Guardavo fuori dalla finestra dell'ambulatorio, il cielo era di un azzurro emozionante, mentre l'oncologo mi spiegava i dettagli della chemio che avrei iniziato il giorno successivo... e pensavo a come fosse possibile un cielo di un azzurro simile in una giornata così grigia per me...

mercoledì 31 dicembre 2014

il fascino del mare in inverno.....


  conchiglie

legni di mare



.

onde



 sabbia





vento, sempre piacevole sentirlo fra i capelli,





il mare ha un fascino particolare in inverno

martedì 30 dicembre 2014

il mio albero... di nuovo.....

Ne avevo già scritto  qui a metà agosto.
L'albero che , incontro sulla strada per l'Irst di Meldola,
che segna più o meno la metà del tragitto, 
e segna il Tempo
la Vita
che trascorre
e che cerco di riacciuffare...
Qui  lo avevo visto di un verdissimo
rigoglioso verde estivo, 
poi
il Tempo passa
e me lo sono ritrovato un mese fa
così




mentre stava preparandosi al riposo invernale


e vedendolo così
non potevo non guardarmi indietro 
e ripensare a quanto Tempo e Vita 
c'era stata 
dal verde estivo al giallo autunnale
del mio albero
Avevo fatto la riabilitazione per il braccio
la radioterapia
e avevo continuato con le terapie ogni 21 giorni 
di Herceptyn.

Tanta strada, tanta Vita 
 .

Ieri sono stata all'Irst per la manutenzione straordinaria 
del Picc per cercare di tenerlo efficiente 
almeno fino alla fine delle terapie: ne mancano solo due

e il mio albero ora è a riposo
col suo grigiore nel riposo dell'inverno
ma ha sempre un suo fascino per me


non è bello e rigoglioso come
in estate
ma lo sarà di nuovo
e il pensiero che lo 
rivedrò fra qualche mese
di nuovo verde e pieno di foglie
magari quando andrò
all' Irst per i controlli in follow up
mi riempie di speranza...

La Vita
che scorre
nonostante tutto

lasciandosi alle spalle i ricordi i dolori 
la sofferenza del corpo e dell'anima..

e scandisce il Tempo

che ho rischiato di perdere
e che mi è stato ridato
e che in qualche  modo devo vivere

domenica 28 dicembre 2014

e se succede anche questo.....


e ricevo la vigilia di Natale
una busta gialla
che contiene questi addobbi 
che sono dei veri gioielli!
Antonietta mi ha regalato
sicuramente tanto del suo Tempo!






Che dire?!
Grazie  Antonietta !
Per queste meraviglie!
Eh ma , ragazze così mi fate commuovere!!!

Annamaria

martedì 23 dicembre 2014

e se succede...

che ricevi una mail in cui Debora di cuoreantico
dice che ha pensato a te per 
 regalarti
una sua creazione handmade
rimani 
senza parole....

una bellissima scatola ricoperta 
con una agilissima renna ricamata

per me ha un valore grandissimo..
Ricevere un regalo handmade
è come se Debora 
mi avesse donato, oltre all'oggetto,
anche
del suo Tempo
impiegato nel prepararlo.

E ricevere in regalo anche del Tempo 
non è cosa da poco.

La userò per conservare ben chiusi 
i ricordi 
di questi mesi;
quando  sarò pronta a chiuderli.

Grazie Debora

sabato 20 dicembre 2014

L' importanza delle parole .... buona giornata



Ci sono parole hanno che un "peso"
parole che non lasciano indifferenti
soprattutto quando sei un paziente oncologico.

Ci sono frasi che ti feriscono
(qui , ad esempio, ma ne potrei fare un elenco piuttosto lungo)
ed è per questo che diventi più attenta 
a quello che ti viene detto.
Mi sono sentita dire frasi assurde, 
ma di questo ne scriverò in un altro momento
perchè oggi vorrei scrivere
invece di quelle  frasi giuste , quelle, per intenderci, che ti 
fanno stare bene.

Quando ho iniziato ad andare all'irst a Meldola 
per curare il cancro, mi ha colpito il fatto che 
spesso lì ti senti dire " buona giornata"
che può sembrare banale  
ma che mi ha sempre fatto riflettere.
Io vi ho letto  un significato grandissimo
perchè quando sai che hai il cancro ci sono
due parole che perdono significato "tranquillità" e " futuro".
Il futuro lo pensi in termini di brevissimo tempo 
e quindi mi sta bene che mi si dica "Buona giornata"  
perchè era così che vivevo: giorno per giorno;
ogni giorno un passo, un passo dopo l'altro.

E la giornata era il tempo più lungo a cui pensavo: 
ogni giorno che passava aveva una sua storia , 
una fatica, un dolore, ma anche una gioia.
Ragionavo quindi in termini di "Giornata"
e sentirmi augurare di passare una " buona giornata" era
l'augurio più grande che mi si potesse fare in quel periodo.

E arrivai ai giorni precedenti ilNatale, incazzata al massimo per 'sta storia 
del cancro, facendo la chemio una volta alla settimana.

 Era il 24 dicembre, ed aspettavo il mio turno per fare gli 
esami per l'infusione di chemio che avrei dovuto fare 
il 27 , dopo le feste.
Stavo bene attenta a quello che le infermiere dicevano, nessuna di loro 
faceva gli auguri di Buone Feste o Buon Natale
se non rispondendo ai pazienti che per primi facevano loro gli auguri.  
E questo, scusate,   mi sembrava un gesto di grande sensibilità.
Perchè io, personalmente , non avevo voglia di  sentirmi fare gli auguri
ma sentirmi augurare un "buona giornata" questo sì ,che aveva senso.

Quel 24 dicembre mi chiamò l'oncologo , il dott. Esse. 
per dirmi che gli esami non andavano bene 
e che , quindi avrei saltato quella  settimana la chemio e 
prima di chiudere la telefonata, pur essendo la vigilia di Natale
mi disse "ti auguro una buona giornata"
"grazie dottore, buona giornata anche a te" 






giovedì 18 dicembre 2014

Affrontiamo la faccenda "Natale" .......





... Diciamo che gli ultimi due Natali trascorsi 
non sono proprio stati dei migliori.
Anno scorso , ero nel bel mezzo dei cicli di chemio
Anno prima , mia mamma ricoverata
per l'aggravarsi della sua malattia
Anno scorso, guai a chi si azzardava
a farmi gli auguri
mi suonavano stonati quei "buon Natale"
"Buone Feste"
ecchecazzo!!!!
Ero incazzata al massimo con il cancro
e non avevo nè la voglia , nè l'energia
per festeggiare...

Quest'anno con l'avvicinarsi delle feste
si ripresenta il dilemma...
incazzata con il cancro lo sono ancora, forse meno di anno scorso, 
ma un pochino lo sono 
e , sinceramente, non avrei avuto voglia di "Natale"
neppure quest'anno
ma poi 
succede che Sara mi manda un link di un post 
scritto da lei nel suo blog nel 2010
quando era più o meno nella mia situazione
e ne sono rimasta folgorata... in senso positivo...

 Ho rischiato davvero di non viverne un altro di Natale
e per il solo fatto di esserci ancora
(eh no, che non mi ritornino sensi di colpa per questo, però...!)
quindi
per il fatto di esserci ancora 
 allora festeggiamolo questo benedetto Natale!

 Domenica i figli addobberanno  l'albero, il marito penserà al presepe...
e io?
Bè io sarò pronta a fotografare il  nostro Natale 2014
tutti insieme  

lunedì 15 dicembre 2014

e poi succede.... anche .....



che , in conseguenza , al post precedente
hai passato una notte 
in cui finalmente il sonno 
è stato riposante
(grazie dottore)
così ti alzi con la voglia  e l'energia 
di fare qualcosa di diverso
a cominciare dal preparare una bella 
cioccolata in tazza per i figli perchè 
inizino meglio la settimana...
inutele negarlo ma il lunedì mattina è 
dura per tutti, no?! 

Vedere la faccia un pò meravigliata dei miei figli
mi ha riempito d'orgoglio il cuore
e ricomincio di nuovo la salita dal fondo del pozzo

Grazie di nuovo alle splendide persone che ho incontrato sul mio cammino 
e che non mi hanno lasciato sola ma mi aiutano
in modi diversi a ricominciare ad andare

domenica 14 dicembre 2014

e poi succede...



che dopo notti e notti in cui le ore insonni 
ti distruggono
lasciandoti pensieri 
che ti logorano...
parli con l'oncologo 
e lui ti dice una cosa ed
è come se ti togliesse
una parte del macigno che hai sulle spalle...
Grazie dott. S !

martedì 9 dicembre 2014

... e ... se....


Sono solo 3 lettere, 2 paroline, 
2 congiunzioni
ma che racchiudono un mondo ...
il mio mondo del " e... se....."
dove il tarlo del dubbio ti fa immaginare scenari infausti;
soprattutto se  quel "e... se...." fa capolino la notte
quando il sonno ti abbandona.

E' un " e... se...." che spunta all'improvviso come un 
campanello, quando ti senti un dolore nuovo, 
un doloretto che prima non avevi mai avuto
o che avevi prima che iniziassi la chemio ma
che poi era sparito.
Ora lo senti di nuovo e allora come fai a non pensare..
"e...se" fosse il cancro che si ripresenta?
Ecchecavolo!

Le ultime analisi sono ok, 
all'ultima visita col dott R era tutto ok, 
il dott. S sono mesi che cerca di convincermi che
ora come ora posso, devo,  stare tranquilla.
Ma la parola tranquillità non esiste più,
c'è quell'insistente "e...se..." che si insinua nell'anima, 
la Paura sale, incontrollata e incontrollabile... 
ok.. ci siamo... respira pensando al quadrato , 
una, due, tre, tante volte almeno fino  a quando tutto ritorna regolare, 
e il respiro lo senti da te che è di nuovo normale.

Scacci quel "e...se..." dai pensieri logici 
e lo accantoni, per il momento, perchè sai che 
si ripresenterà ancora puntuale alla prossima occasione.
E andiamo avanti , io e il mio "e...se..."

giovedì 4 dicembre 2014

... un volo di farfalle....




 un volo di farfalle 
è il regalo che mi ha fatto un'Amica.
E la sua amicizia è una delle cose belle
che ho avuto in regalo incontrando il cancro

Ci siamo conosciute a fine marzo
compagne di stanza e vicine di letto
nel reparto di senologia di Forlì
quando eravamo ricoverate entrambe
per l'intervento al seno.

Per me è stato come trovare L'Amica del cuore
come la chiamo io
perchè i nostri cuori spesso sono all'unisono
spesso quando ci sentiamo per telefono 
e ci raccontiamo le nostre emozioni, paure
e speranze, ci ritroviamo a dire che sono le stesse.



un volo di farfalle...

quando la mente è tormentata da pensieri tristi
o la Paura è dirompente  
 mi siedo in poltrona
davanti al quadro e 
chiudo gli occhi....
volo con la mente tra queste farfalle colorate
in alto nel cielo



sempre più in alto fino a quando il volo di farfalle 
diventa un volo sulle ali d'aquila
e sento l'aria fredda che punge la faccia
e la mente si libera dai pensieri tristi

l'anima respira la Vita

che vedo attorno
che sento attorno e dentro di me

Grazie Silvia!!!!!

lunedì 1 dicembre 2014

Dimentica ora .....

La frase che più mi sento dire 
ultimamente è 
"ora, dimentica".

Chi mi sta vicino , credo che me lo dica 
più che altro perchè è lui stesso che vorrebbe dimenticare,
lasciarsi alle spalle,  l'esperienza del cancro vissuta
indirettamente 

"ora dimentica" 
mi ha detto quando sono uscita dall'ospedale , dopo l'intervento, 
il giorno del mio compleanno.

"Ora dimentica"
il più è stato fatto, ormai sei alla fine del percorso di terapie previste 
per ora sta andando tutto bene
a che serve ricordare?

"ora dimentica"
sei stata fortunata, che vuoi ancora?

Non posso dimenticare . Non ora, o perlomeno non ancora.

Ho bisogno di parlarne ancora della mia storia col cancro
ho bisogno ancora di scriverne
ho bisogno ancora di raccontarla, ( perchè?! mi chiedo) 
ma mi rendo conto 
che incontro lo sguardo infastidito
di chi mi ascolta e che pensa che sarebbe meglio che dimenticassi.
Si, ok, va bene , ma non ancora.



venerdì 28 novembre 2014

Io e il mio PICC ... parte prima ....

non è stato proprio amore a prima vista 
tra me e il mio PICC
(acronimo di Peripherally Inserted Central Catheter)
in sostanza si tratta di un catetere inserito nella vena del braccio
che viene usato per le terapie, flebo dopo intervento e 
una volta , il mio è servito anche per il prelievo per le analisi.
Della serie: situazione vene complicata , abbiamo una via d'uscita.

E qui parte la mia Ode al Picc e a chi lo ha inventato.

Perchè quando sai che si fa fatica a trovare una vena decente
da usare per la terapia 
e che a volte il prelievo per le analisi lo si fa con due infermiere
che , manco respirano per non rompere l'incantesimo del 
sangue che goccia a goccia riempie la provetta , 
il tuo Picc lo adori.

Avevo fatto la prima chemio quando ancora il Picc non lo avevo
e brava l'infermiera A. che ha trovato una vena disponibile, 
ma poi da quella stessa vena non c' è stato verso di 
poter fare altri prelievi nei mesi successivi. perchè 
manco la si trovava più...

Poi il 24 settembre del 2013 è stato il giorno dell' inserimento del Picc.
Paura a 1000, che dico ? ! era terrore puro il mio.
Ingiustificato.
Perchè in realtà non ho sentito nulla.
ma...
sapevo che c'era.
E nonostante sapessi che era una fortuna averlo , per tutti i motivi 
di cui sopra, c'era, era un corpo estraneo.
Ricordo di aver passato le prime notti senza dormire perchè
nel delirio dell'insonnia me lo "sentivo" nel collo.....
Poi, quando alla medicazione ne ho parlato con l'infermiera
addetta alla manutenzione Picc, ho saputo che fa tutt'altro giro e non passa dal collo, 
ok. non l'ho più sentito e mi sono abituata all'idea di averlo
e di prendermene cura.
Ora, inizia ad avere qualche problemino ,  venerdì scorso era otturato
e prima di iniziare la terapia sono stata in radiologia
e me lo hanno sistemato
ora è un Picc punta aperta
che non so che vuol dire e manco ci penso a documentarmi
va bene così, basta che riescano a mantenerlo efficiente fino alla fine delle terapie. 
 Già sono sicura che quando lo toglierò
proverò sentimenti contrastanti, sarò felice perchè significherà la fine di un periodo non propriamente semplice, ma mi dispiacerà perchè mi ci sono affezionata.
Lo so sono un pò "fatta all'incontrario" di tutti gli altri, 
me lo hanno già detto più volte  

mercoledì 26 novembre 2014

ospite di una rubrica del blog ....






in breve, un pò della mia storia





Nella rubrica  "Punto di svolta" del blog amichescrittrici.blogspot.it 





sabato 22 novembre 2014

il concerto..... la mia rivincita....

L'idea del concerto di stasera è nata tempo fa

... quasi due anni fa...

Preparare un concerto col coro richiede
un impegno notevole
in termini di tempo
pensare quali brani scegliere 
cercare  i brani  
adattarli ai coristi
il mio coro non è un coro di professionisti
ma io penso che 
la musica la si può avere dentro
la musica si ascolta e la si canta 
col cuore non solo con le orecchie e la voce.

Poi le vicissitudini della vita mi hanno costretto
ad accantonare l'idea di questo concerto
perchè ho dovuto concentrarmi su me stessa
per curarmi dal cancro.

Ora , che la parte più impegnativa del 
percorso di terapia è stata fatta
ho proposto al coro
un concerto
che considero come la mia rivincita sul cancro.
Ci abbiamo lavorato con tanto impegno negli ultimi due mesi
abbiamo duplicato, triplicato le prove settimanali
ho richiesto a tutti uno sforzo e impegno notevoli.
E tutto il coro non mi ha  abbandonato
mi ha  seguito in questo progetto.

E stasera lo abbiamo realizzato, insieme.

Al pezzo finale "I will follow him" quando il pubblico si è alzato
 in piedi applaudendo
 ho sentito
che, sì , è come se avessi avuto un pò  la mia rivincita sul cancro.

mercoledì 19 novembre 2014

l'oncologo .... rassicurante .....

Domani solito controllo all'irst, prima dal cardiologo : 
ecodoppler ed ecocardio per la trombosi di quest'estate e per l'Herceptyn.
Poi visita dall'oncologo
e questa visita un filino di ansia me la crea.

Ricordo....

Ricordo la prima visita fatta dal mio oncologo , il dott. R. 
Era metà settembre 2013, avevo già fatto altre  visite ed esami
con altri medici
ma a lui spettava il compito di spiegarmi ben bene
quale sarebbe stato il piano di terapia che avevano deciso. 
Lui è il mio oncologo rassicurante.
Durante quella che chiamano " prima visita "
mi ha ripetuto tipo 5 o 6 volte
le stesse cose.
Con lo stesso ordine.
E' un medico che parla con calma,   voce con tono basso
senza fretta.
Mi diceva come avrei fatto la terapia
e poi scriveva al pc 
dandomi modo di ripensare a quello che mi aveva appena detto. 
Perchè quando ti hanno detto quindici giorni prima 
che hai un cancro
il cervello si auto-anestetizza 
e
non riesci a memorizzare che poche frasi
che senti dire dal medico.
Per questo dopo diverse volte che il dott. R
mi ha ripetuto le stesse cose
gli ho detto finalmente  " Ok , ho capito"
In realtà avevo memorizzato solo la prima parte
ma in fondo era quello
l'inizio della terapia
e
mi sono detta che 
un passo dopo l'altro avrei 
memorizzato e compreso anche il resto.

Rivedere il mio oncologo dopo l'ultima visita di 3 mesi fa
quando ero ancora  ustionata dalla radioterapia 
mi rassicura.
Mi rassicura sapere che potrò fargli la
sfilza di domande che mi sono scritta
nel quadernetto che porto sempre con me nella borsa.
E , anche se so che mi dirà che sono domande alle quali non 
vorrebbe rispondere
alla fine mi darà le risposte 
che per un pò mi rassereneranno..
perchè lui è , l'ho già detto ?! , il mio dott R , rassicurante....

sabato 15 novembre 2014

... il vento tra i capelli ....


è una bella sensazione 
sentire di nuovo il vento tra i capelli
Oddio, 
i miei nuovi capelli dopo la chemio
non è che svolazzino tanto,
sono tutti riccissimi
scapigliati
e corti
ma li adoro....

ne ho già scritto qui 

Ricordo  la prima visita dall'oncologo
quando il dott. R mi disse che 
per la chemioterapia 
mi sarebbero caduti i capelli e che mi consigliava 
di tagliarli prima che iniziassero cadere magari anche a  ciocche.
Credo di avergli chiesto tipo 4 o 5 volte
"Ma è proprio sicuro dottore che cadranno?"
e alla   risposta affermativa che leggevo anche 
nei suoi occhi
partiva 
l'altra domanda di rito  
"ma è sicuro che poi ricresceranno?"

Ad ogni visita era la domanda che non dimenticavo
mai di fare
E
Caspita! cresciuti, son cresciuti
più folti di prima
ma 
anche più morbidi
sono i miei  "capelli neonati"
fanno tenerezza
e a me ne fanno tanta di tenerezza....

E non sopportavo chi , in buona fede sicuramente,
mi diceva
"ma dai che poi ricrescono "
oppure
"questo è il male minore"
BALLE
Lo so bene che quando hai un cancro
non è che ti devi preoccupare
principalmente dei capelli,
ma
vedersi e sapersi senza capelli
ti fa sentire
"diversa"
è come se il cancro
ti togliesse la dignità di persona
lasciandoti senza capelli.

Contro la previsione dell'oncologo
i miei capelli non volevano cadere.
Erano morti, non crescevano più ma
rimanevano saldamente attaccati : tutti al loro posto !
Ho dovuto prendere la decisione di raderli
perchè erano attaccati, ma mi faceva un male
pazzesco il cuoio capelluto,
male da non riuscire a dormire la notte.
Così una sera di fine ottobre 2013
mio marito ha passato la macchinetta
lasciandomi i capelli alla lunghezza minima di  qualche millimetro.
Ma neppure così se ne andavano, sempre
attaccati saldamente.
Ci sono volute 4 chemio , la Fec rossa
per farli cadere definitivamente.
Ho scelto di non usare la parrucca,
anche perchè non avevo nessuna voglia di prendermene
cura  ...
all'irst ne ho viste di belle, se curate
ma ne ho viste anche tante veramente trascurate
comunque
ognuno fa la scelta che più fa sentire a proprio agio
E io mi sentivo bene con le mie bandane,
anche se ad una in particolare mi sono
affezionata  
ma talmente tanto che anche ora la tengo con me  nella borsa
  lavata  ripiegata e chiusa in un sacchettino...
Rappresenta una parte di vita, della mia vita, per la precisione 10 mesi
in cui era palese che fossi ammalata di cancro
ma in fondo non me n'è mai importato molto
di quello che pensavano gli altri.
Avevo il cancro ed ero impegnata a curarmi...



giovedì 13 novembre 2014

.... sto uncinettando ....



Sto preparando le mie granny
per questo progetto.
La settimana prossima sarò all'irst
per alcune visite
e ne approfitterò per consegnarle
ma
anche se uncinetto 
il cervello è sempre in modalità bradipo!!!!
le mani sono trooooppo lente
ufff....











lunedì 10 novembre 2014

sabato 8 novembre 2014

il .... quasi dopo .....



C'è un periodo che posso
definire
il ... quasi dopo ....

E' il periodo in cui mi trovo ora
quando 
ormai arrivata alla fine del
percorso delle cure previste
mi trovo a pensare
al "poi"
al "dopo"

e non ditemi 
che arrivata al "dopo"
significa che ho fatto il percorso previsto e posso lasciarmi
tutto alle spalle
perchè questo lo so
ma so che non sarà così
non subito, non così automatico.
Il dopo arriverà con un senso di leggerezza 
per i risultati raggiunti
ma con un senso di abbandono
un misto di gioia e tristezza.
L'altro giorno l'oncologo dott. S mi 
ha detto che in qualche paziente creano dipendenza
ebbene
io sono ahimè una oncologo-dipendente!

Ma col tempo imparerò di nuovo 
a camminare con le mie gambe, 
in fondo
è come andare in bicicletta : una volta imparato
te lo dimentichi per un attimo
ma non disimpari mai...

Qualcuno di voi lo ha provato
questo "quasi dopo"?

martedì 4 novembre 2014

Oggi in radioterapia.....




Oggi, c'è stata la visita di controllo in radioterapia.
 Entrare in questo reparto
dove per 23 giorni  sono andata quest'estate
mi ha fatto un certo effetto...
I pazienti che erano in sala d'attesa 
ovviamente non erano gli stessi di quel periodo
e mi è venuto spontaneo pensare a come 
sarà la loro vita ora,
cosa faranno, 
se avranno ottenuto risultati dalle terapie....  
Ricordo ognuno di loro , ne avevo anche  parlato qui , 
Del resto passavamo qualche mezz'oretta ad osservarci,
 magari guardando anche la tv .
Oggi però
mi guardavo attorno e pensavo a 
quanta Vita c'è attorno a noi, 
nonostante la sofferenza, 
nonostante gli insuccessi
nonostante i successi
quante persone passano
da lì
ognuno col proprio carico di emozioni, 
di speranze
e quell "arrivederci" che ognuno dice
salutando mentre se ne va 
in realtà è
"un non arrivederci" 
o magari fuori da quelle stanze .
Ed è  quello che, più o meno , 
 ci siamo dette io e la dottoressa
di turno che mi ha visitato stamattina
Tutto bene, mi riconsegna  
agli oncologi di Meldola
per proseguire il percorso 
e quel suo "speriamo di non vederci 
più in radioterapia"
mi ha fatto uno strano effetto... 
perchè non me l'aspettavo.
Certo, che sarebbe stato di cattivo gusto 
dirmi "arrivederci"
sottintendendo " qui" in quel reparto
Certo che la mia dose di radioterapia 
l'ho fatta e spero di non doverne più fare in futuro, 
(Mi ero ben bene ustionata e non è stata propriamente 
una passeggiata guarirne)
Ma anche questo di oggi è un  momento fa parte di una pagina del libro 
della Vita che dovrei girare, 
che vorrei   lasciarmi alle spalle
ma il ricordo
è ancora troppo vivo
e non sono ancora pronta per voltare tutte 
queste pagine che dovrei.
Prima di uscire dal reparto mi sono voltata 
un attimo indietro ed  
ho impresso nella mente l'immagine 
di quella sala d'attesa
dove si aspettava di sentire pronunciare il 
proprio nome al microfono 
e quindi entravo
indossavo il camice
e mi lasciavo posizionare
nelle coordinate giuste per bombardare 
quello che poteva essere rimasto del cancro 
e dove era alloggiato per mesi
Mi sono rivista sul lettino con il macchinario 
che si posizionava attorno a me
e ho ripensato a quanto mi era difficile 
allora non muovermi, stare immobile
con le lacrime che scendevano
quando l'umore era a terra anche per la stanchezza 
enorme provocata da questa terapia
 Ma questo era un percorso che dovevo fare ...

Ho richiuso la porta del reparto alle mie spalle,
 andandomene,
pensando che "anche questa è fatta"
e andiamo avanti... 
   

lunedì 3 novembre 2014

Domani...




Domani mattina ho il controllo 
in radioterapia
 mah...
la radioterapia l'ho finita l' 8  agosto



martedì 28 ottobre 2014

Là dove è il colore del Futuro...



Ero pronta.
Dopo la malattia che aveva colpito mia madre, una malattia terribile per la quale non esistono cure
e che l'ha tenuta "in vita" in un calvario durato due anni, ero pronta.
Pronta a riprendere in mano la mia Vita.
Non senza sensi di colpa: Mia madre era morta da 15 giorni e io pensavo già a rimettere ordine nella mia quotidianità.
Egoisticamente, ma con un dolore immenso nel cuore perchè avevo perduto un punto di riferimento nella vita, sentivo prepotentemente il bisogno di riprendere la quotidianità della vita di tutti i giorni, della mia famiglia e ritrovarci nella sicurezza delle nostre abitudini.
Avevamo bisogno, tutti,di riprendere a fare progetti per il futuro, cose mica di grande importanza, ci bastava anche solo pensare alle ferie ... e ... caspita,
 il primo anno che l'ufficio dove lavoro avrebbe chiuso per 10 giorni era l'occasione giusta per organizzare una vacanza in montagna per rigenerarci.
Ero barca ritornata in porto pronta a riprendere il viaggio della mia vita.
Ma qualche sera dopo, mentre ero sotto la doccia mi sono soffermata, trattenendo il respiro, 
con la mano su una zona del seno....un.... nodulo?!.....
Ma che scherziamo?!
No, non può essere, non può succedere proprio a me.....
Sono rimasta immobile e incredula, sotto l'acqua della doccia che scorreva sul turbinio
di pensieri che affollavano la mia mente.
Ripassai la mano cautamente sulla zona pensando e sperando di essermi sbagliata, 
pensando che le mie dita non avessero sentito bene....
Ma non era così: era proprio un nodulo piuttosto evidente , 
di dimensioni non proprio piccole, direi.
Passarono i giorni e iniziai il percorso di visite, prelievi 
e tutto quello previsto in questi casi.
Con la conferma del risultato della biopsia si era 
azzerato tutto: il Futuro era diventato solo una parola, 
senza dimensione, senza possibilità di essere quantificato.
Il mio Futuro ora era il "giorno successivo", 
non lo riuscivo a vedere oltre, 
un Futuro talmente corto che non riuscivo più nemmeno
a programmare un'uscita in pezzeria con gli amici.
Niente.
Il Futuro ora sarebbe stato forzatamente
 accantonato dai miei pensieri per un tempo indefinito.   
La Vita, il destino o, come preferivo chiamarla io, la "sfortuna"
mi imponevano una nuova rotta,
dovevo riprogrammare le coordinate del viaggio.

Ero barca ancorata al porto, pronta a salpare, baldanzosa piena di idee
e progetti, carica di speranza per il futuro, e ora tutto sie era azzerato.
E rimanevo barca ferma nel porto senza parlare 
con una profonda ferita nel cuore
e una rabbia incontenibile verso questa parte di me che,
indisturbata, faceva i suoi comodi .
Ma, in fondo, ci speravo ancora, io barca, aspettavo che qualcosa cambiasse per 
prendere il largo e prima o poi riuscire a salpare.
Avevo un cancro.
Iniziai un viaggio in questo mondo nuovo a me finora sconosciuto, 
dove incontro medici-angeli che scelgono le armi con le quali combattere.
E io sì, c'ero.
 Ero pronta anche per iniziare questo percorso.
Mi abbracciai alla mia chemio e iniziai questo cammino in salita.
Avevo la mia famiglia che mi seguiva, sempre, snche se spesso
silenziosamente e anche con preoccupazione,
 più d'un'amica s'è persa per strada
o ha preferito lasciarmi ad affrontare il tutto da sola.
Fiera come un soldato che combatteva una battaglia, 
sempre abbracciata alla mia chemio, andavo avanti
affrontando ogni giorno , un passo dopo l'altro, questo viaggio.

I mesi passavano, passavano le terapie con gli inevitabili effetti collaterali, 
è passato l'intervento, è passata la radioterapia, ma io mi sentivo sempre
barca ancorata al porto: avevo un viaggio da iniziare , 
ma ancora non potevo ripartire , non ero pronta...
Iniziai a sentirmi barca destinata a rimanere ferma lì nel porto
 ancora per chissà quanto, 
non pensavo più a ripartire, non pensavo più di avere una vita da riprendermi, 
non pensavo più che avevo dei sogni, dei progetti.

Ero ferma, cullata dal leggero movimento delle piccole onde del porto.

Vedevo altre barche partire, ma ora preferivo rimanere e lasciarmi cullare,
 preferivo sentirmi al sicuro nel porto saldamente imprigionata dalle
catene del "pensiero del cancro" che nel frattempo si era intrufolato nell'anima 
e che mi teneva legato a sè.
Ma era tempo di iniziare un altro cammino in salita... 
ma quanto saliva questo sentiero? ....
e.... ne avrei mai visto la cima?!
Cosi, con a fianco un altro medico-angelo percorriamo quest'altra salita, 
a volte cado, spesso piango, ma poi mi rialzo e continuo ad andare.
Il percorso è ancora lungo, la meta lontana, ma la parola "FUTURO"
inizia ad affacciarsi timidamente nella mia mente.
Io barca ancorata, inizio a sentire il desiderio di "futuro" e posso 
e voglio iniziare a considerarlo di nuovo parte della mia vita e dei miei pensieri.
E io barca guardo il mare, ora calmo, 
che mi invita a lasciare gli ormeggi, parto lentamente ,
 senza fretta: sono ancora un pò ammaccata dalle 
battaglie dei mesi passati.
Scruto davanti a me il mare aperto, guardo l'orizzonte 
fino a dove gli occhi  possono vedere e fino a dove non 
si riesce a distinguere la linea che separa il mare dal cielo,
ne sono certa: è là che è il Futuro.
E' là che dovrò puntare il timone e dirigermi.
So che dovrò affrontare ancora delle tempeste, 
ma sono pronta:
è ora di iniziare il viaggio per riprendermi la Vita. 

venerdì 24 ottobre 2014

... un leggero e insistente senso di colpa ....





Tempo fa: 
 in ufficio arriva un cliente, è evidente che mi sto curando di un  cancro porto ancora la bandana. Sua sorella è morta 15 gg prima di cancro.
Mentre altre volte mi chiedeva come stavo come andavano le terapie quel giorno avevo l’impressione di dargli fastidio.
Vedevo che lui evitava di guardarmi mentre mi parlava di lavoro o se lo faceva il suo sguardo era comprensibilmente triste , ma a tratti anche severo…..
Probabilmente stava pensando che io sono ancora qui, mentre sua sorella non ce l’ha fatta.

Oggii
: una cliente che passa in ufficio e mi dice che si vede che sto bene…
Ok avrò un pò le guance rosse, dalla finestra mi  batte in faccia  un sole quasi estivo….
ma non replico
in fondo non mi interessa dirle se sto bene o male, a volte riconosco che non ho voglia di giustificare il mio stato di salute...
ma c’è un perchè…
Lei inizia a raccontare di sua cugina che avendo fatto la chemio ha problemi di parola, probabilmente non la recupererà più e allora : io sì che sono stata fortunata , lei poverina era quasi meglio non l’avesse fatta…
Io ho provato a dire che, sì la chemio può crearti dei danni irreversibili, che questi rischi si sanno quando decidi di farla, ma che sai anche che può anche liberarti dal cancro..
ma lei che ribadiva che io sono fortunata...
LO SO . 
Sono stata graziata dalla Vita. 
Non ho fatto nulla per meritarmelo. 
Vorrei che nessuno morisse per cancro, 
ma perchè mi devo sentire un verme solo perchè  non ne sono ancora morta?!
Come faccio a ricominciare a riprendermi la Vita
se c’è sempre qualcuno pronto a farmi sentire in colpa 
per il semplice fatto che sono riuscita a fare tutti i sei mesi di chemio , 
e che questa ha pure funzionato bene riducendo il cancro fino a farlo sparire ,  
che ho fatto un’intervento , che  ho fatto 23 sedute di radioterapia 
che comunque sono state una mazzata non indifferente…???!!!!
OK. 
Sono riuscita a fare e sopportare le terapie previste,
garantisco che non sono state una passeggiata, 
ma le ho fatte e le sto facendo ancora , 
ma forse per questo mi devo sentire in colpa?!
Perchè?!?!?!
Sono terapie difficili anche per me, come per tutti gli altri,
e allora   lasciatemi fare piano piano il mio percorso per riprendermi la Vita,
ecco questo lo voglio fare anche per chi non ce l’ha fatta ...
ma non fatemi sentire in colpa….
….non ti curar di loro, ma guarda e passa …..
come dice la mia amica Silvia