Guardavo fuori dalla finestra dell'ambulatorio, il cielo era di un azzurro emozionante, mentre l'oncologo mi spiegava i dettagli della chemio che avrei iniziato il giorno successivo... e pensavo a come fosse possibile un cielo di un azzurro simile in una giornata così grigia per me...

giovedì 26 marzo 2015

caro cancro .... ti scrivo... oggi....

Caro cancro oggi ti scrivo.

Ricordo molto bene quando ti ho incontrato
quella sera sotto la doccia
passando la mano meno velocemente 
o forse più attentamente del solito
ho sentito la tua presenza.
Ricordi?! Sono andata a letto senza dire nulla
a nessuno
sicura che il mattino dopo saresti sparito.
Balle.
Eri lì , con la tua presenza ingombrante.

Certo che avevi scelto il momento giusto!
Proprio
il momento in cui ero più vulnerabile:
appena 15 giorni dopo il funerale di mia mamma.
Ho sempre pensato che, chissà da quanto tempo, 
ti nutrivi, crescevi indisturbato dentro di me,
grazie alla mia disattenzione
o forse proprio quando la mia 
attenzione era rivolta ad occuparmi
di mia madre.
Hai giocato sporco!

 All'inizio mi hai buttato a terra
non capivo nulla di quello che mi dicevano i medici
mi sembrava di vivere in un altra dimensione.
Ma poi 
mi sono arrabbiata!
Ero inc.....ta   talmente tanto 
da meravigliarmi io stessa
di come già mi avevi cambiato: io sempre tranquilla e accondiscendente
ora ero diventata una iena
incavolata a vita proprio con te.

Possibile, visto che eri una parte di me?!
Non ti ho mai considerato un alieno, un mostro , una bestiaccia
Eri una parte del mio corpo 
impazzita, anarchica
che agivi in modo subdolo
e silenzioso 
e per questo eri potuto crescere 
così tanto!
RIcordo che quando l'oncologo, il dott. R  mi disse che avevano
deciso di farmi fare i sei mesi di chemioterapia per ridurti
prima dell'intervento
ho pensato che, no! Avrei voluto che ti togliessero subito 
dal mio corpo
non volevo passare sei mesi in tua compagnia
ma volevo che ti estirpassero subito... 

Mi sono dovuta abituare a sapere che c'eri
che eri sempre lì
bombardato dalla chemio
ti riducevi
e io arrabbiata ero come una forsennata
in questa mia corsa contro il tempo..
Il tempo... era la paura che avevo, la paura di non averne di tempo.
Tu me lo stavi rubando.
Avevo tante cose da fare,
e tu avevi sconvolto la mia vita...

Ho sopportato la chemioterapia con gli effetti collaterali
perchè sapevo che non erano inutili tutti questi sacrifici
perchè tu continuavi a ridurti...
la battaglia era ancora lunga , eravamo agli inizi, ma 
tu stavi vacillando...
Con rabbia, tanta rabbia , pensavo a tutto quello che dovevo 
sopportare per avere la possibilità di provare ancora a vivere
e sopportare tutto quello a cui dovevo sottopormi
per sconfiggerti.

E il 26 marzo del 2014
ci hanno separato.

Finalmente.

Il chirurgo, mi ha detto che , con l'esame che mi hanno fatto 
il giorno prima dell'intervento
il macchinario aveva rivelato 
una tua codina, un peduncolo (?)
nascosto
sfuggito all'eco e alla mammografia .
Bastardo.
Se non se ne fossero accorti saresti rispuntato dopo poco
e io avrei dovuto ricominciare 
tutto daccapo
sempre che tu non ti fossi nel frattempo troppo rafforzato.

Ci hanno separato ma , tu, nel frattempo,  in tutti i sei mesi in cui avevamo 
convissuto, ti eri intrufolato 
nell'anima, nel più profondo angolo della mia anima...

Per questo, pur sapendo che ci avevano separato,
io ti sentivo
ti sento ancora 
come se tu fossi ancora da qualche parte
nascosto dentro di me.

Il dott. R mi ha detto che loro hanno fatto la loro parte
per liberarmi da te
e che ora tocca a me fare la mia
ma questa è la parte più difficile
la mia battaglia 
contro di te non è finita
perchè la Paura del cancro
non finirà mai...
  




martedì 17 marzo 2015

E' successo in DH ... tempo fa

Sempre dalla sacca dei ricordi...

Percorro il corridoio del Day Hospital
accanto all'infermiere col sorriso che mi è venuto a chiamare
in sala d'attesa.
Un corridoio che all'inizio, alle prime terapie mi sembrava lunghissimo
forse inconsciamente lo paragonavo al percorso
che dovevo fare per curare il mio cancro...
Entriamo nella stanza , mi siedo in poltrona
e mi guardo attorno.
 Guardo il cielo azzurro fuori dalla finestra  
il cielo, 
il mio cielo azzurro....
Stanza 23....
C'è la signora ultraottantenne
incredula che alla sua età debba anche combattere 
un cancro.
Ha avuto tante vicissitudini nella sua vita
ma mai avrebbe pensato che le sarebbe
capitato anche un cancro...
E dillo a me, ho pensato io...

Poi , nel letto di fronte  c'è una donna
un pò più grande di me
forse qualche anno in più.
Ha la testa spelacchiata, i capelli le sono caduti
non tutti o forse le stanno ricrescendo piano piano
Sfoggia la sua testa con naturalezza
Mi fa tenerezza vederla senza capelli
mi fa ripensare a qualche mese prima
quando anche io avevo una testa spelacchiata
ma che portavo  sempre coperta
da una bandana o un foulard
Mai sarei riuscita  a sfoggiare la 
mia testa pelata...
mai mi sono guardata allo specchio in quei mesi...
I nostri sguardi si incrociano
ci sorridiamo
con tenerezza, ci comprendiamo,
forse i nostri pensieri sono all'unisono
forse lei , vedendomi, pensa che fra qualche mese
riavrà i capelli, magari anche più belli di prima
ce li siamo meritati dei bei capelli!

Poi, nell'altro letto c'è una signora , distinta, 
capelli lunghissimi, belli, sembrano quasi veri...
Passa quasi tutto il tempo al cellulare
conversando e programmando una serata
a cena in pizzeria con gli amici...

La vita che scorre, la vita che modelli attorno ai tempi
delle terapie , degli effetti collaterali, delle visite, delle analisi,
dei vari controlli,
perchè il tuo tempo è assorbito dal prenderti cura di
te stessa e cercare di sconfiggere il cancro,
il tuo tempo
 che ora ha avuto un cambiamento di rotta
e che se, fortunatamente riavrai, 
dovrai riconvertirlo
e sarà come riprogrammare la Vita...

domenica 8 marzo 2015

Ieri... un anno fa....

Ieri 7 marzo era un anno dalla fine della chemioterapia.
7 marzo 2014
Sono certa che alcune date rimangano impresse a fuoco nella mente, 
magari dimentico altre cose 
ma le date, 
le  DATE
quelle che hanno segnato delle tappe in un percorso 
in QUEL percorso
credo proprio che non le dimenticherò.
E il 7 marzo 2014 , no di certo, non è da dimenticare.
L'ultima chemioterapia.
Come spesso mi succede, provo sentimenti contrastanti.
Felice, perchè la fine della chemio è inevitabilmente
una gioia immensa!
Perplessa, perchè mi chiedevo : e ora? Con cosa combatto il cancro?
Ero a meno della metà del percorso.
Dovevo ancora fare l'intervento.
Alla prima chemio il 18 settembre 2013
mi ero caricata sulle spalle la chemioterapia.
Anzi, la chemio era un mantello nel quale mi ero avvolta
e a spada tratta iniziai la corsa , la battaglia al cancro.
Ho vissuto tutti i sei mesi di chemioterapia
come una forsennata, 
tranquilla che lo avrei sconfitto, 
capito?, cancro? , io avrei vinto
io ero più forte, 
e nella mia corsa a spada tratta
mai mi sono fermata, certo a volte  ho rallentato il passo, 
ho passato giorni a letto, 
ho fatto il solco tra il letto e il bagno 
per vomitare a volte il nulla
non avendo nulla più se non gli occhi da vomitare.
Ma ce l'avevo fatta.
Ero arrivata in fondo.
Potevo togliermi il mantello, depositare la mia chemio
lì in Dh e 
e pensare che una tappa era fatta, FATTA,
ora mi aspettava il resto del cammino
non semplice, non privo di incognite
ma
continuavo a camminare , un pò meno spedita, 
un pò stropicciata e malconcia
senza capelli, nè ciglia, nè sopracciglia
un pò più insicura e preoccupata perchè mi sentivo senza armi
per poter combattere, se non la determinazione.
Altre armi le avrebbero usate i chirurghi, 
i radiologi, l'oncologo
Bè ce n'era ancora da fare
e sempre più stropicciata
mi sono affidata nuovamente  a loro...
(dedicato a tutte le donne e a tutte le persone che combattono,
e che hanno combattuto questa battaglia)



mercoledì 4 marzo 2015

Calma apparente...

Calma apparente.. E' lo stato in cui mi ritrovo ultimamente.
Ci sono giorni che svolazzano leggeri
ricchi di impegni di lavoro, impegni la sera con gli amici
con la famiglia, 
ma poi 
basta un niente, a volte anche solo una parola
e questa sorta di calma apparente svanisce.
Mi si scatena un tornado dentro
quasi da togliermi il respiro
 da farmi piangere a dirotto con le lacrime 
che scendono incontrollate
infinite
con il respiro che sembra strozzarsi in gola
 e con  l' aria che sembra non riesca a passare 
ed arrivare nei polmoni...

E' quello che mi è successo nel pomeriggio di ieri
mentre ero sui sentieri di parole....

Mi sono sentita persa, in questo tornado che mi si era scatenato.
Mi sono sentita improvvisamente sola e abbandonata.
Ora.
So che non è così , ma saperlo è una cosa e sentirlo in certe circostanze è un'altra cosa.

Ho combinato un mezzo casino , ma per fortuna
con me c.'era la dott.ssa T.che trova sempre le parole giuste da dirti per aiutarti

e poi c'è stato il mio oncologo, che riesce sempre a trasmettermi positività
e a tranquillizzarmi.
Mi sono bastati due minuti, e con le sue parole mi sono calmata
 per riprendere fiato e ritornare sui miei passi lungo i sentieri di parole.

La melma in fondo al pozzo è sempre lì , mentre a fatica risalgo verso la luce.
A volte , come ieri risprofondo, ma poi cerco e trovo una mano a cui aggrapparmi
che mi aiuta e accompagna nella risalita.

Tante sono le mani che trovo tese attorno a me, 
Grazie, ad ognuna di queste mani...

ora aspetto giorni leggeri, perchè ne sono sicura, ci saranno