nel senso di "prestare attenzione".
E' un qualcosa che ho iniziato a fare quando ho incontrato il cancro
Ho osservato lo sguardo fermo dell'oncologa dott.ssa V. che, confermandomi
il primo risultato della biopsia mi ha detto "è un cancro"
e alle mie lacrime ha aggiunto : " cosa piangi? Te lo immaginavi
fosse un cancro, te lo avevo detto che avevo un forte sospetto lo fosse"
Ho incontrato il suo sguardo severo e dentro di me ho giurato
che mai più avrei pianto davanti ad un medico, seppure
dovesse dirmi cose terribili
(per fortuna mia non ho più avuto altri incontri con questa dott.ssa)
Ho guardato negli occhi l'oncologo dott.R.mentre mi spiegava, con tanta pazienza,
ripetendomi le stesse cose più volte, quali terapie avevano deciso , gli effetti collaterali e come contrastarli
Ho visto nei suoi occhi la sicurezza della convinzione di quello
che mi stava dicendo
e mi sono lasciata condurre fiduciosa in questi mesi di terapie varie,
perchè il suo sguardo, il suo modo di parlare calmo e tranquillo
mi rassicurava.... e mi rassicura ancora...
Ho guardato negli occhi scuri dell'infermiera A. del DH dell'Irst
il giorno della prima chemio.
Lei avrà letto nei miei la paura e la disperazione
perchè mi ha preso la mano ed ha aspettato qualche minuto,
dandomi modo di sentirmi "pronta" prima di armeggiare
con flebo e boccette varie
Ho guardato e guardo negli occhi l'oncologo il dott. S. del DH
che riesce a tranquillizzarmi con le risposte
alle mie ripetute e assurde domande sul cancro
Ho guardato negli occhi chi, incontrandomi e vedendo
che portavo la bandana , mi guardava sorridendo , come per essere
solidale o forse come in qualche modo comunicarmi che
sapevano quello che stavo passando perchè
è probabile lo avessero vissuto anche loro
Ma ho anche guardato negli occhi, fulminandoli volentieri
se si potesse farlo con lo sguardo
chi, vedendo che chiaramente la mia malattia era il cancro,
mi guardava incuriosito magari fissandosi sulla
benda al braccio che copre il Picc.
Ho guardato negli occhi i miei figli, quando ho spiegato loro
che avrei dovuto affrontare una difficile e lunga battaglia,
il cancro, e vorrei riuscire ad insegnargli
che le difficoltà della vita vanno sempre e comunque
affrontate senza tirarsi indietro. Mai.
Ho guardato e guardo negli occhi le persone che incontro in DH
per le terapie e, a volte, vi ho visto la preoccupazione,
la tristezza, la rassegnazione, ma anche la determinazione
a non arrendersi.
Non ho più guardato i miei occhi allo specchio,
ho paura di quello che potrebbero vedere:
uno sguardo diverso che ancora non riconosco....
lo so devo darmi del tempo... ancora
Annamaria