Guardavo fuori dalla finestra dell'ambulatorio, il cielo era di un azzurro emozionante, mentre l'oncologo mi spiegava i dettagli della chemio che avrei iniziato il giorno successivo... e pensavo a come fosse possibile un cielo di un azzurro simile in una giornata così grigia per me...

mercoledì 23 dicembre 2015

Adattarsi ...

Premetto: non ho nulla di cui lamentarmi . 
La mia nuova Vita mi va bene così !
ma
è innegabile riconoscere che in questa Vita 
che mi è stata restituita
devo fare degli "aggiustamenti" 
o meglio "adattamenti".
Tipo:
Memoria.
Ecco sulla memoria a breve (non so neppure se si definisca così)
ho qualche problemino
che prima del cancro e delle terapie non avevo.
Anche ora, se mi interrogate vi snocciolo 
tutte le date delle terapie , inizio durante fine , 
dell'intervento della riabilitazione
della radioterapia delle terapie ormonali iniziate finite
 cambiate ricominciate
tutti i vari controlli esami e visite
ma
non ricordo le cose che mi succedono nell'immediato
o poco indietro.
Mai successo .
Quindi mi ci sono adattata e mi sono comprata 
un'agendina settimanale in modo da avere sott'occhio
tutti gli impegni della settimana.

Articolazioni irrigidite 
Effetto collaterale della terapia ormonale.
Me ne sto facendo una ragione perchè, siccome questa terapia la farò per un pò di annetti
a quanto ho capito forse più dei canonici cinque anni, 
sarà meglio che metta il cuore in pace e mi ci adegui.
Quindi se "prima" appena mi svegliavo ero subito
scattante e pronta per la giornata
ora  vado alla velocità di un bradipo rattrappito
e mi ci vogliono circa 20 minuti per riuscire a camminare
come un umano e non come uno zombie.
Ora l'ho capito e quindi riesco ad arrivare in ufficio
in orario o sforo di qualche minuto.

Mani irrigidite
Prima mi rilassavo ricamando a punto croce
e mi piaceva tantissimo
ora non ci riesco più.
Ho perso molta manualità compreso riuscire a manovrare l'ago
così
ho riscoperto quanto uncinettare sia rilassante
e mi riesce non velocemente ma mi accontento 
se poi lo si fa in compagnia ancora meglio
 perciò mi sono iscritta all'associazione di Cesenatico
Un mare di lana
cercate su google e vedrete che belle cose
si fanno insieme; ora c'è l'albero di natale addobbato
in piazza a Cesenatico. 

Meglio non portare pesi
 e a questo mi ci sono adattata bene perchè
quando io e mio marito torniamo dal supermercato
con la spesa settimanale
io salgo fino all'appartamento aprendo e chiudendo le porte
con in mano una sportina leggerina
mentre lui porta le altre tre sporte zeppe e pesanti
ma so che lo fa volentieri eh eh eh
anche questo è amore, no?!  

Non afferrare con le mani cose fragili
si , perchè seguendo quanto scritto sopra
capita che le dita non "tengano" l'oggetto afferrato
e quindi ho rotto più di una cosa in vetro 
caduta miseramente a terra.
Così tengo saldamente l'oggetto con entrambe le mani
limitando il rischio di dover rinnovare i bicchieri e piatti tutti insieme

E' un adattarsi alla nuova Vita con piccoli accorgimenti
che, ribadisco, sono nulla rispetto a ben più gravi problematiche
alle quali sono costrette altre persone.
 e l'Uomo è sopravvissuto lungo i millenni 
proprio grazie anche a questo suo adattarsi ai nuovi eventi della vita 


mercoledì 16 dicembre 2015

La Magia del Natale....



Ci sto pensando mentre percorro 
le stradine del centro città.
Vetrine illuminate e luccicanti di 
color oro argento rosso bronzo blu
Musiche natalizie agli angoli delle strade.
E mi sento un pò come Mr. Scrooge
non tanto per l'avarizia , perchè avara non lo sono
non tanto per il carattere scontroso, perchè non lo sono
ma per quel sentirmi un pò estranea 
a questo clima festoso
in cui tutti si augurano sorridenti  Buone Feste ...
...
 Ne avevo parlato anno scorso qui
scrivendo della mia perplessità
sui festeggiamenti 
ma poi 
Sara mi aveva fatto riflettere
e da allora mi sono ripromessa di ricominciare a  
festeggiare Natale ecc ecc ecc
...
Comunque guardando le vetrine
mi  fermo, come fulminata
davanti al negozio di giocattoli.
Lo stesso negozio , nello stesso posto
di quando ero una bambina
 Guardo la vetrina e immediatamente 
mi ritrovo, bambina, con mia mamma che 
pazientemente aspettava che io finissi di guardare
tutti i giochi esposti .
Mi rivedo mentre col naso attaccato al vetro sognavo
tutte quelle bambole, la macchina da cucire giocattolo, 
il cestino da lavoro
ma poi c'era il mio preferito:
Il Dolce Forno.

Quanto l'ho sognato!
Quanti sogni ad occhi aperti !
Mi   ritrovo a sorridere nel ricordare che proprio 
in quel negozio e proprio in quella vetrina che 
vista con i miei occhi di bambina mi sembrava immensa
(in realtà è una vetrina di dimensioni normalissime)
ci avevo lasciato il cuore...
Credo di non aver neppure mai chiesto a Babbo Natale
di portarmi il Dolce Forno
mi accontentavo di sognarlo e fantasticare.
....
Sorrido tra me e me come una scema
davanti a quella vetrina di giocattoli
perché lì ho ritrovato la Magia del Natale...
nessuno può capire perchè sorrido 
 nessuno può immaginare 
che l'ho ritrovata in un dolce ricordo  

AzzurroCielo

martedì 15 dicembre 2015

Calendario dell' avvento di Anima Mundi : L'Abete di Natale


Non era un grande abete, non uno di quelli che , quando li guardi cercando di vederne la punta, non riesci a vederla. No, era un piccolo giovane abete. Stava crescendo in un bosco, in montagna, un bosco di abeti come lui; era fra gli abeti più giovani, quindi era il più giocherellone del gruppo. Si divertiva con gli uccellini che facevano il loro nido in quei suoi rami esili ma accoglienti.
 Il tempo passava, le stagioni anche, con i loro diversi colori. La primavera con colorate distese fiorite di ogni forma e sfumatura metteva allegria in quella radura circondata dal bosco di abeti. In primavera c’era anche il venticello leggero che era come una carezza fra i rami con gli uccellini che cantavano festosi alle giornate di sole e luce. L’estate e poi arrivava l’autunno mentre il piccolo abete si irrobustiva sempre più. Questa era la sua stagione preferita: gli scoiattoli saltellavano da un ramo all' altro sempre più indaffarati a raccogliere bacche e cibo per i mesi freddi dell’inverno.
Con il trascorrere delle stagioni, il bosco di abeti si infoltiva con i piccoli abeti che diventavano giovani abeti e con gli abeti più grandi che raggiungevano altezze e dimensioni notevoli.
Stava per iniziare l’inverno e ormai gli abeti avevano i loro rami irrobustiti pronti per sopportare le abbondanti nevicate.
 Gli abeti adulti parlavano fra loro: “Hai visto quel piccolo abete com'è diventato forte? Ah, è proprio bello con una gran bella forma!”
Secondo me quest’anno sceglieranno lui”
Il giovane abete non capiva il significato di quelle parole e, curioso, voleva informarsi meglio.
Ma… ma … cosa vuol dire “scegliere” ? Cosa succederà?”
Eh, vedrai da te. Fra poco diventerai un abete speciale” gli rispondevano in coro.
Il giovane abete non capiva nulla, non sapeva il significato dei quelle frasi misteriose sussurrate fra loro dagli abeti adulti.
Una mattina, però, il silenzio della radura imbiancata di soffice e candida neve, fu interrotto da un rumore scoppiettante.
Ecco, sono arrivati! Forza ragazzi stringiamo i rami!!!”
Il giovane abete proprio non capiva il significato di quelle parole. E perché mai poi stringere i rami per sembrare degli alberi smilzi e malandati?
Nessuno gli aveva spiegato che le persone scese dal furgoncino con le pale in mano erano lì, per scegliere un abete, il più bello di tutti per farlo diventare un bel Abete di Natale!
L’uomo e la donna con le pale si aggiravano fra gli abeti soffermandosi davanti a quelli che gli sembravano più adatti.
Si fermarono pensosi davanti al giovane abete.
Caspita! Questo è proprio bello! Guarda che bell'aspetto!”
Il giovane abete si sentì molto orgoglioso di queste parole e dopo poco si trovò caricato sul furgoncino con le radici chiuse in un sacco.
Gli altri abeti lo salutavano agitando velocemente i rami
Buona fortuna, giovane abete!” gli ripetevano in coro.
Il viaggio non fu troppo lungo, arrivarono davanti ad una casa con un enorme giardino con tanti e tanti alberi tra i quali anche qualche abete.
L’uomo e la donna lo scaricarono dal furgoncino e lo piantarono in un enorme vaso di terracotta e lo lasciarono lì, fuori di casa per tutta la notte.
Ma la mattina seguente l’abete fu portato all'interno della casa e sistemato nella stanza più spaziosa.
Due bimbi emozionati nel vederlo così bello, tanto alto da arrivare a toccare quasi il soffitto della casa, ridevano felici perché la loro mamma aveva in mano la scatola degli addobbi natalizi per l’albero di Natale. I due bimbi sapevano che si sarebbero divertiti tantissimo a rendere luminoso e colorato il loro abete.
Oh, come si sentiva importante il giovane abete! Con tutte quelle lucine colorate, quegli addobbi luccicanti, si sentiva molto orgoglioso!!!!
Poi, qualche notte dopo, quando tutti dormivano,  vide entrare dal camino un buffo signore con una bella e lunga barba bianca e un vestito rosso…. Aveva anche un grande , grandissimo sacco dal quale tirò fuori dei bei pacchetti colorati che lasciò ai piedi dell’ abete.
Il buffo signore vestito di rosso guardò ben bene sorridendo il giovane abete, ormai un Abete di Natale e, senza far rumore, prese dalle tasche tanti cioccolatini che appese in tutti i rami.
Che risate di gioia fecero i due bimbi quando, appena alzati la mattina seguente corsero a vedere e scartare i regali che il buffo signore vestito di rosso aveva lasciato sotto l’albero! E che buoni erano i cioccolatini!!! E che divertimento andare a cercare quelli appesi ai rami più nascosti!!!
L’abete di Natale era felice perché con la sua presenza rendeva più allegri quei giorni di festa.
Ma…. Finite le feste di Natale che sarebbe successo all'abete?!
Sarebbe forse finito a bruciare nel camino?!
No di certo!! Per lui era già pronto un posto in giardino accanto agli abeti di Natale degli anni precedenti 

                                                                                              AzzurroCielo

Dedicato ad Ale
  
                       Lascio il testimone a Audrey del blog L' Atelier du Fantastique

sabato 12 dicembre 2015

Il filo della Vita...

Mentre sto lavorando a crochet
(attività che mi rilassa molto)
rifletto sul filo di lana che 
scivola fra le dita e, intrecciato con l'uncinetto,
prende forma.
E'un pò come la Vita.
Il filo che lavoro procede tranquillo
ci sono anche delle sfumature rosa
sono stata fortunata perchè
ho avuto  un'infanzia felice
poi il filo incontra un altro filo
e il lavoro procede
con questo filo doppio  rinforzato
che rende la Vita più forte
la Vita scorre in due
con progetti, con il "per sempre"
con il lavoro, l'acquisto di un appartamento
poi il filo si fa colorato
due fili colorati che ravvivano gli altri fili:
i miei due tesori
che mi rendono così forte
e che per loro potrei scalare anche uno specchio.

Il filo scorre ma ad ogni problema ogni difficoltà
perde colore, diventa opaco
ma scorre ugualmente e il lavoro , la Vita, va avanti.
Poi il filo si ferma, non scorre, l'uncinetto per lavorarlo è lì
ma ci sono cose ,altre cose da fare
una persona della famiglia ha avuto una sentenza di morte certa
tempo  18 mesi dicono i medici
non ci sono medicine
e vorrei che tutto il lavoro fatto con quel filo di lana cioè , tutta la Vita
non si spezzi, non si interrompa
vorrei
che questa persona che mi ha generato
non se ne andasse : è ancora troppo troppo presto
ci sono tante cose da chiederle
tante cose da condividere
ma i medici non sbagliano e quel filo di lana
si interrompe dopo poco più di 18 mesi.
Con pazienza e amore riannodo il filo e ricomincio
a lavorare all'uncinetto, a ricomporre la Vita .
ma dopo pochissimo
ecco che il lavoro che avevo ricominciato si ferma, lo devo fermare
il cancro mi fa entrare in un mondo parallelo
un mondo di cui avevo sentito parlare ma che non mi aveva mai catturato.
Ci sono, dentro , a questo mondo dove c'è dolore , paura
..., ops la  Paura, quella con la P maiuscola!
ci sono anche speranze gioia risate pianti
e quel filo che mi sembra di non lavorare più in realtà
lo continuo ad intrecciare con altri fili
la famiglia tutta unita intorno per aiutarmi,
fili forti decisi sicuri comprensivi sensibili
che combattono a fianco a me
fili che mi prendono per mano
fili che mi abbracciano perchè   sappia di non essere sola
fili che mi conducono fuori dalla malattia
fili che mi dicono che ora sono libera
libera di ricominciare, quindi, a lavorare il mio filo della Vita con l'uncinetto
e io ci provo
ogni santo giorno
ma non è come prima

NIENTE è come prima
ma
MOLTO è meglio di prima


Un GRAZIE di cuore a tutti i fili che si sono affiancati a me
con i quali abbiamo percorso un pezzo strada insieme
a  quanti sono rimasti per continuare il cammino
a quanti si sono aggiunti e mi colorano la Vita
e il mio  lavoro all'uncinetto sarà una Vita,
sarà un intreccio di tanti fili colorati lavorati tutti insieme
GRAZIE