Guardavo fuori dalla finestra dell'ambulatorio, il cielo era di un azzurro emozionante, mentre l'oncologo mi spiegava i dettagli della chemio che avrei iniziato il giorno successivo... e pensavo a come fosse possibile un cielo di un azzurro simile in una giornata così grigia per me...

sabato 13 settembre 2014

... Osservare... gli sguardi......




 nel senso di "prestare attenzione".
E' un qualcosa che ho iniziato a fare quando ho incontrato il cancro

Ho osservato lo sguardo fermo dell'oncologa dott.ssa V. che, confermandomi
il primo risultato della biopsia mi ha detto "è un cancro"
e alle mie lacrime ha aggiunto : " cosa piangi? Te lo immaginavi
fosse un cancro, te lo avevo detto che avevo un forte sospetto lo fosse"
Ho incontrato il suo sguardo severo e dentro di me ho giurato 
che mai più avrei pianto davanti ad un medico, seppure 
dovesse dirmi cose terribili
(per fortuna mia non ho più avuto altri incontri con questa dott.ssa)

Ho guardato negli occhi l'oncologo dott.R.mentre mi spiegava, con tanta pazienza, 
ripetendomi le stesse cose più volte, quali terapie avevano deciso , gli effetti collaterali e come contrastarli
Ho visto nei suoi occhi la sicurezza della convinzione di quello 
che mi stava dicendo
e mi sono lasciata condurre fiduciosa in questi mesi di terapie varie,
perchè il suo sguardo, il suo modo di parlare calmo e tranquillo
mi rassicurava.... e mi rassicura ancora...

Ho guardato negli occhi scuri dell'infermiera A. del DH dell'Irst 
il giorno della prima chemio.
Lei avrà letto nei miei la paura e la disperazione
perchè mi ha preso la mano ed ha aspettato qualche minuto, 
dandomi modo di sentirmi "pronta" prima di armeggiare 
con flebo e boccette varie

Ho guardato e guardo negli occhi l'oncologo il dott. S. del DH
che riesce a tranquillizzarmi con le risposte 
alle mie ripetute e assurde domande sul cancro

Ho guardato negli occhi chi, incontrandomi e vedendo 
che portavo la bandana , mi guardava sorridendo , come per essere 
solidale o forse come in qualche modo comunicarmi che 
sapevano quello che stavo passando perchè
è probabile lo avessero vissuto anche loro

Ma ho anche guardato negli occhi, fulminandoli volentieri 
se si potesse farlo con lo sguardo
chi, vedendo che chiaramente la mia malattia era il cancro, 
mi guardava incuriosito magari fissandosi sulla 
benda al braccio che copre il Picc.

Ho guardato negli occhi i miei figli, quando ho spiegato loro 
che avrei dovuto affrontare una difficile e lunga battaglia, 
il cancro, e vorrei riuscire ad insegnargli 
che le difficoltà della vita vanno sempre e comunque
affrontate senza tirarsi indietro. Mai.

Ho guardato e guardo negli occhi le persone che incontro in DH 
per le terapie e, a volte, vi ho visto la preoccupazione, 
la tristezza, la rassegnazione, ma anche la determinazione
a non arrendersi.

Non ho più guardato i miei occhi allo specchio, 
ho paura di quello che potrebbero vedere:
uno sguardo diverso che ancora non riconosco....
lo so devo darmi del tempo... ancora

Annamaria





19 commenti:

  1. Cara Annamaria, continua a guardare e a guardarti negli occhi, non avere paura....! Un bacio grande

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  2. Cara Annamaria, mi è piaciuto molto ciò che hai scritto.
    Io sono una psicologa e lavoro in ospedale. Terrò un corso all'interno del corso di laurea in scienze infermieristiche, e mi piacerebbe leggere ai ragazzi questo tuo post. E' una testimonianza preziosa. Posso farlo leggere, segnalando la provenienza? Senza problemi, se non ti fa piacere, non lo leggerò.
    un abbraccio,
    Chiara Poggio

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    1. si, certo, Chiara, puoi leggerlo e ti ringrazio per la correttezza citando la provenienza. Mi mandi la tua mail vorrei scriverti in privato
      grazie ciao

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    2. chiarapoggio@icloud

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    3. chiarapoggio@icloud.com

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  3. Gli sguardi parlano più delle parole. Medici senza tatto ne ho conosciuti fin troppi, come per infermieri, tanto da chiedermi se sapevano cosa provasse chi avevano di fronte e cosa farebbero a parti inverse, o se fosse un loro caro. Ma esistono anche persone dolci, meravigliose che rendono meno dolorosi momenti duri come il tuo. Se non ti senti di riguardare nei tuoi occhi, lascia stare, arriverà quel momento e allora scoprirai in essi una forza ed una vitalità che mai avresti pensato. Un bacio. Paola

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  4. Questo post è uno dei più belli che mi sia capitato di leggere...
    Non conosco le emozioni che prova chi si trova ad affrontare un percorso come il tuo, ma so cosa vuol dire fare attenzione agli sguardi delle persone che ho intorno, e ai miei... è davvero incredibile quello che possono trasmettere...

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  5. Un sguardo , un occhio che rimarrà sempre allenato per notare
    ziaCris WP

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  6. gli occhi parlano spesso più delle parole....in loro ci si intravede verità che le parole vorrebbero celare...immagino il momento in cui i tuoi hanno incrociato quello dei tuoi figli per spiegare questo duro percorso....baci.glo

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  7. " cosa piangi? Te lo immaginavi
    fosse un cancro, te lo avevo detto che avevo un forte sospetto lo fosse"
    Che tatto da manuale.
    Sara

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    1. si , da manuale, non c'è che dire. Di medici ne ho incontrati tanti , ma le persone meno sensibili, mi dispiace dirlo sono proprio i medici donna. Non generalizzo ho incontrato dottoresse fantastiche, ma poche, un paio forse.

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    2. Purtroppo... concordo. L'ultima (solo in ordine di tempo), una otorinolaringoiatra che mi ha visitata d'urgenza lo scorso febbraio. Mi ha infilato una serie di arnesi tra naso e gola con la delicatezza con cui si rimesta la polenta in un paiolo (senza dire una parola, peraltro), e ad un mio gesto di rigetto istintivo di uno di questi (mi pareva di soffocare!) si è alterata dicendo seccata "signora, questo attrezzo costa tremila euro, sa???". Non esprimo quello che avrei voluto risponderle, mi chiudono l'account su Blogspot altrimenti.

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  8. Leggo solo ora perchè arrivo dal post di oggi, che dire, io ho avuto percorsi medici certamente più facili, se non altro perchè la mia vita non era in pericolo, ma l'insensibilità delle ottoresse donna la porto come cicatrice, alcune davvero terribili. Senza generalizzare ovvio. Bellissimo questo post e bellissimo quello di oggi.

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    1. si
      ...concordo. Faccio fatica a trovare dottoresse non cerberi, è più facile trovare sensibilità negli uomini medici chissà perchè poi

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  9. piccola, cara Annamaria sei dolce e forte come chi ha visto oltre...la vita, la morte,l'amore, la solitudine. Ho visto i tuoi occhi questa sera e mi hanno fatto compagnia. Grazie.

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    1. grazie. Gli occhi dicono tanto. Spesso mi sento dire che anche se sorrido, gli occhi mi rimangono tristi, è proprio vero che sono lo specchio dell'anima

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  10. Non ho parole... ho le lacrime che scendono copiose.
    La stessa cosa è capitata a noi, una dottoressa priva di tatto, che se ne è uscita proprio come è successo a te, dopo aver dato la notizia del tumore a due poveri genitori "Non dovete piangere".
    La botta è stata tremenda, ma per fortuna tutto il personale che abbiamo incontrato dopo era umano, bravo e soprattutto competente. Lo hanno salvato, ora sta bene e ha superato tutto.
    Ti auguro di vero cuore di uscirne presto vincitrice.
    Un bacio cara Annamaria

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    1. si quella dottoressa per fortuna poi non l'ho più incontrata, altri medici si sono presi cura di me ed erano medici angeli.Per fortuna ne esistono ancora!
      Felice che lo abbiano salvato!

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