Guardavo fuori dalla finestra dell'ambulatorio, il cielo era di un azzurro emozionante, mentre l'oncologo mi spiegava i dettagli della chemio che avrei iniziato il giorno successivo... e pensavo a come fosse possibile un cielo di un azzurro simile in una giornata così grigia per me...

mercoledì 23 settembre 2015

Vita quotidiana: normali deliri mattutini

                                                                in pausa....

giovedì 17 settembre 2015

E poi impari ... l'attesa...

Quando nella tua vita incontri il cancro
impari
il valore e il peso
della parola " attesa "

Attesa di sapere il risultato della biopsia,
prima parziale, col quale una certa dott.ssa V.
ti dice "è un cancro"
e spero che non lo dica ad altri  come  me lo ha detto a me
(vedi qui)

Attesa del risultato completo della biopsia
per conoscere di che tipo sia il cancro che ti porti dentro,
 che caratteristiche abbia 
come evolve, come si comporta
quali medicinali siano in grado di sconfiggerlo

Attesa che gli oncologi radiologi patologi
decidano come iniziare la strategia della terapia
e quali medicinali, intervento ecc ecc  siano più indicati.

Attesa di sapere se la chemio faccia effetto
sul cancro 
e quindi eco di controllo ogni due, e poi ogni 6 infusioni
Attendi e guardi gli occhi del medico mentre ti fa l'eco per 
capire dal suo sguardo come procedano le cose ancor
prima che te lo dica .

Attesa di essere chiamata per l'intervento con il quale 
ti separeranno dal cancro
del quale sai dell'esistenza dentro di te
da almeno 7 mesi 

Attesa di conoscere l'istologico dei linfonodi
per sapere il seguito della terapia  
quale direzione prenderà 

Attesa di essere chiamata per la radioterapia
e ad ogni seduta tanta inspiegabile stanchezza 

Attesa di arrivare in fondo alla terapia
e chiudere la porta del DH

Attesa del controllo in follow up 
per sentire le parole dell'oncologo
"niente campanelli d'allarme tutto ok".

Attesa del prossimo controllo 
con l'oncologo e gli esami prescritti

Attesa nel "dopo" di fare un ecodoppler dopo antibiotico
per sapere di quale natura siano le due palle nel braccio
che ha avuto la trombosi e poi pure la recidiva della trombosi 
 e che iniziano a dare un pò fastidio con la loro
inopportuna presenza.

Attesa , impari così a confrontarti con il significato 
profondo di questa parola
che ha tanti risvolti positivi.
Attendere è comprendere meglio 
Attendere è imparare ad avere pazienza
e a non avere fretta.
E io non ne ho di fretta
sono lumaca, eh eh eh



Non stancarti mai di aspettare , perché il giorno più bello della tua vita può arrivare domani.
(Romano Battaglia)







martedì 15 settembre 2015

Strani intrecci e ricordi...

girovagando tra le pagine del web
sono arrivata
al blog amichescrittrici
dove, a novembre 2014 
avevo partecipato con un'intervista 
per la loro rubrica "Punto di svolta"
Grazie a Laura e alle altre ragazze del blog per l'oppurtunità

Non ricordavo le domande fattemi e le relative risposte.
Ma è stato bello rileggermi
a distanza di quasi un anno.
Per me parlare di distanze in termini di tempo 
è difficile
Non riesco a usare e tantomeno credere fino in fondo al 
significato della parola "Futuro".

Il mio futuro è un futuro immediato:
settimana prossima?!
vogliamo esagerare?
due settimane
di più non riesco a programmare per ora.
Ma rileggere quelle parole nell'intervista 
a distanza di un anno mi fanno sembrare 
questo tempo passato da allora
un secolo
un secolo di un regalo preziosissimo:
il Tempo.


domenica 13 settembre 2015

Ci sono dei limiti


Ci sono dei limiti.
Ora ho dei limiti .
Devo solo prenderne coscienza 
sapere che non sono come prima
del cancro, prima delle terapie
ma devo assecondarmi.
Ieri abbiamo imbiancato la cucina.
Non ho fatto altro che usare il rulletto per imbiancare gli angoli,
E spolverare, lavare tazze e bicchieri 
 poi sistemarli dentro due vetrinette.
Il resto lo farò con calma un pò alla volta.
Sentivo che l' ormai noto solito dolore alle ossa
c'era
e di questo cerco di farmene una ragione
ma non pensavo che alla sera
questo dolore si facesse così acuto:
quasi non riuscivo a piegare dita e mani..
Ecco, ora ho dei limiti
e oltrepassarli
significa ritrovarmi a piangere dal dolore 
e prendere un antinfiammatorio
per riuscire almeno a dormire...
Quella che ero prima non lo sarò più 
basta rendersi conto che ora ho dei limiti
e basta rendersi conto che è meglio non oltrepassarli
giusto?!
    

venerdì 11 settembre 2015

L'ombra (racconto)


(eravamo rimasti qui)


Tutto iniziò nel pomeriggio estivo di caldo afoso. Era alla finestra quando in breve tempo scoppiò un temporale. Improvvisamente un fulmine precipitò a terra nel cortile a poca distanza dalla sua finestra. 
Rimase per un attimo stordita da quel lampo fulmineo. Chiuse la finestra, riprese a scrivere al computer il racconto iniziato da tempo. Ma non si sentiva a proprio agio. Sentiva che , seppur nel silenzio della casa, c'era qualcosa che non la faceva stare tranquilla.
Quando la lampada sul tavolino proiettò sul pavimento la sua ombra …. vide che le ombre in realtà erano ...due, una accanto all'altra, perfettamente identiche ….
Era strano, all'inizio, avere due ombre, ma poi si abituò.
Si abituò pure agli sguardi perplessi di chi si accorgeva che la sua ombra era doppia...
Al momento a lei non importava avere un'ombra o averne due, in fondo non le cambiava nulla.
Anzi, ci si era quasi affezionata.
Nelle lunghe serate passate a lavorare al computer, le sue ombre proiettate sul pavimento, lì una accanto all'altra, in immobile sintonia, le erano di compagnia facendola sentire meno sola.
Fino a quando, in una mattinata di sole, mentre camminava lungo un viale della sua città, si sentì come strattonare; le sembrava quasi di non riuscire a mantenere l'equilibrio e a stento riuscì a tornare a casa.
Lì, nella penombra delle persiane semichiuse ritrovò l'equilibrio e la stabilità.
Ma non appena provò ad uscire di casa, di nuovo era barcollante, incapace di mantenersi in equilibrio.
Gettò uno sguardo alle sue due ombre generate dal sole che, alle sue spalle, splendeva alto nel cielo.
E fu lì che vide una delle sue ombre che si dimenava, era come se volesse andarsene dalla parte opposta.
Ecco da dove derivava la sua precaria stabilità degli ultimi giorni!
Aveva un'ombra di troppo e questa se ne voleva andare. Ma lei non sapeva come fare per liberarla 
I giorni passarono a fatica. Ormai era diventato un incubo la sua vita perchè doveva accuratamente evitare ogni fonte luminosa  in grado di mettere in evidenza la sua seconda ombra. Viveva come una reclusa, prigioniera delle sue ombre.
Fino a quando una sera in cui la luna piena era luminosissima, incurante dell'effetto che avrebbe potuto provocarle proiettando le sue ombre, uscì di casa.
Guardò ammirata la luna immensa, ma immediatamente gettò lo sguardo a terra e vide che, alla luce lunare, la sua seconda ombra si era rimpicciolita, si dimenava dando l'impressione di volersene andare, ma la luce che la luna rifletteva sul terreno la stava assorbendo piano piano, fino a far rimanere proiettata a terra solo un'unica , rassicurante, tranquilla e ben definita, ombra .....

Perchè....

anche se non ha senso, e lo sai, 
te lo chiedi, 
te lo chiedi il perchè
a volte il K si insinua in una famiglia colpendo di qua e di là
i vari componenti
uno dopo l'altro
risolto un percorso
eccone un altro in salita.
Lo so è la Vita
capita
ma a volte capita troppo
alle stesse persone.
Sono pensieri confusi 
dopo che una mail della mia Amica anima gemella
mi ha sconvolto
eccheccavolo!
Basta!
La sua famiglia ha già dato
e avrebbe bisogno di  una tregua 


martedì 1 settembre 2015

una pausa


una pausa di 5 giorni
 da tutto
in realtà sono mini ferie
ma 
a volte il tanto sta proprio
nelle piccole cose...