Non
era un grande abete, non uno di quelli che , quando li guardi
cercando di vederne la punta, non riesci a vederla. No, era un
piccolo giovane abete. Stava crescendo in un bosco, in montagna, un
bosco di abeti come lui; era fra gli abeti più giovani, quindi era
il più giocherellone del gruppo. Si divertiva con gli uccellini che
facevano il loro nido in quei suoi rami esili ma accoglienti.
Il
tempo passava, le stagioni anche, con i loro diversi colori. La
primavera con colorate distese fiorite di ogni forma e sfumatura
metteva allegria in quella radura circondata dal bosco di abeti. In
primavera c’era anche il venticello leggero che era come una
carezza fra i rami con gli uccellini che cantavano festosi alle
giornate di sole e luce. L’estate e poi arrivava l’autunno mentre
il piccolo abete si irrobustiva sempre più. Questa era la sua
stagione preferita: gli scoiattoli saltellavano da un ramo all' altro
sempre più indaffarati a raccogliere bacche e cibo per i mesi freddi
dell’inverno.
Con
il trascorrere delle stagioni, il bosco di abeti si infoltiva con i
piccoli abeti che diventavano giovani abeti e con gli abeti più
grandi che raggiungevano altezze e dimensioni notevoli.
Stava
per iniziare l’inverno e ormai gli abeti avevano i loro rami
irrobustiti pronti per sopportare le abbondanti nevicate.
Gli abeti
adulti parlavano fra loro: “Hai visto quel piccolo abete com'è
diventato forte? Ah, è proprio bello con una gran bella forma!”
“Secondo
me quest’anno sceglieranno lui”
Il
giovane abete non capiva il significato di quelle parole e, curioso,
voleva informarsi meglio.
“Ma…
ma … cosa vuol dire “scegliere” ? Cosa succederà?”
“Eh,
vedrai da te. Fra poco diventerai un abete speciale” gli
rispondevano in coro.
Il
giovane abete non capiva nulla, non sapeva il significato dei quelle
frasi misteriose sussurrate fra loro dagli abeti adulti.
Una
mattina, però, il silenzio della radura imbiancata di soffice e
candida neve, fu interrotto da un rumore scoppiettante.
“Ecco,
sono arrivati! Forza ragazzi stringiamo i rami!!!”
Il
giovane abete proprio non capiva il significato di quelle parole. E
perché mai poi stringere i rami per sembrare degli alberi smilzi e
malandati?
Nessuno
gli aveva spiegato che le persone scese dal furgoncino con le pale in
mano erano lì, per scegliere un abete, il più bello di tutti per
farlo diventare un bel Abete di Natale!
L’uomo
e la donna con le pale si aggiravano fra gli abeti soffermandosi
davanti a quelli che gli sembravano più adatti.
Si
fermarono pensosi davanti al giovane abete.
“Caspita!
Questo è proprio bello! Guarda che bell'aspetto!”
Il
giovane abete si sentì molto orgoglioso di queste parole e dopo poco
si trovò caricato sul furgoncino con le radici chiuse in un sacco.
Gli
altri abeti lo salutavano agitando velocemente i rami
“Buona
fortuna, giovane abete!” gli ripetevano in coro.
Il
viaggio non fu troppo lungo, arrivarono davanti ad una casa con un
enorme giardino con tanti e tanti alberi tra i quali anche qualche
abete.
L’uomo
e la donna lo scaricarono dal furgoncino e lo piantarono in un enorme
vaso di terracotta e lo lasciarono lì, fuori di casa per tutta la
notte.
Ma
la mattina seguente l’abete fu portato all'interno della casa e
sistemato nella stanza più spaziosa.
Due
bimbi emozionati nel vederlo così bello, tanto alto da arrivare a
toccare quasi il soffitto della casa, ridevano felici perché la loro
mamma aveva in mano la scatola degli addobbi natalizi per l’albero
di Natale. I due bimbi sapevano che si sarebbero divertiti tantissimo
a rendere luminoso e colorato il loro abete.
Oh,
come si sentiva importante il giovane abete! Con tutte quelle lucine
colorate, quegli addobbi luccicanti, si sentiva molto orgoglioso!!!!
Poi,
qualche notte dopo, quando tutti dormivano, vide entrare dal
camino un buffo signore con una bella e lunga barba bianca e un
vestito rosso…. Aveva anche un grande , grandissimo sacco dal quale
tirò fuori dei bei pacchetti colorati che lasciò ai piedi dell’
abete.
Il
buffo signore vestito di rosso guardò ben bene sorridendo il giovane
abete, ormai un Abete di Natale e, senza far rumore, prese dalle
tasche tanti cioccolatini che appese in tutti i rami.
Che
risate di gioia fecero i due bimbi quando, appena alzati la mattina
seguente corsero a vedere e scartare i regali che il buffo signore
vestito di rosso aveva lasciato sotto l’albero! E che buoni erano i
cioccolatini!!! E che divertimento andare a cercare quelli appesi ai
rami più nascosti!!!
L’abete
di Natale era felice perché con la sua presenza rendeva più allegri
quei giorni di festa.
Ma….
Finite le feste di Natale che sarebbe successo all'abete?!
Sarebbe
forse finito a bruciare nel camino?!
No
di certo!! Per lui era già pronto un posto in giardino accanto agli abeti di Natale degli anni precedenti
AzzurroCielo
Dedicato ad Ale
Lascio il testimone a Audrey del blog L' Atelier du Fantastique
Chi è speciale viene scelto per compiti speciali ed è testimone di ciò che agli altri non è concesso vedere, ciao piccolo, grande Ale.
RispondiEliminaGrazie Azzurro Cielo per questo tuo racconto che ha l'effetto di una carezza sull'anima.
Si cara Annamaria, una coccola di prima mattina!
RispondiEliminaBaciotto Susanna
Ale era certamente un alberello forte. Il più bello di tutti gli abeti del bosco.
RispondiEliminaNon so se lui avrebbe preferito restare assieme agli altri abeti e crescere con loro. Forse era davvero destinato ad illuminare il Natale perchè era un abete speciale.
SpeciaAle... lo era davvero!
Il tuo sorriso piccolo Ale è Luce che illumina questo Natale così speciale come te !!!
RispondiEliminaAvevamo fissato il trasloco prima di Natale, babbo natale quest'anno sarebbe passato dalla casa nuova a lasciarvi i regali sotto il grande albero. Eri contento di trasferirti, la casa l'avevi scelta tu, insieme a Claudia, gli ultimi giorni felici della nostra vita. Siamo arrivati in tre nella nuova casa, nella tua casa senza te.
RispondiEliminaPrima di andare via sono stata ferma per un po' nella tua camera vuota della nostra vecchia casa. Ho cercato di sentirti, non ci sono riuscita. Svuotata in poco tempo di tutte le tue cose, non c'erano più segni del tuo passaggio, del tuo odore, della tua allegria. Chi la riempirà di vita, forse, non saprà nulla di te, di quello che sei stato, di quello che ancora sei e sarai. Non saprà che quella stanza ha visto sia l'amore che il dolore più grande. Non saprà che quelle mura hanno ascoltato, insieme a me e tuo padre, il tuo ultimo respiro. Mi è sembrato che tanta vita andasse via in un soffio, insieme al tuo armadio e ai tuoi giochi, senza lasciare alcuna traccia nella stanza. Mi sono sentita tradita. Forse mi aspettavo che le mura prendessero la forma del tuo nome e che ogni rumore in quella stanza fosse l'eco della tua voce. Forse mi aspettavo che, senza te, la tua stanza (o forse l'universo) decidesse di non andare avanti e si fermasse a ripetere il tuo nome all'infinito. Come faccio io. Come fa tuo padre.
La tua nuova stanza ti assomiglia, è piena di colore e di luce, come la volevi tu. Sembra aspetti di essere vissuta, sono sicura vorrebbe sentirti cantare e ridere, mentre noi a mani e cuore vuoto, guardandola, non possiamo smettere di pensare a tutta la felicità che avevamo ancora da vivere...
Troppo in fretta. Il tempo ha portato via tutto troppo in fretta. Un attimo e tutto è passato travolgente come una diga che si spacca. Ha portato via tutto, anche una parte di voi con lui. Le case vuote restano vuote. Ho lo stesso ricordo di quando ho svuotato la casa della montagna di mio padre. Mi aspettavo che il legno parlasse di lui e mi salutasse.
EliminaNon ho conservato nulla di suo. Solo un piccolo fazzoletto che ho nel mio armadio. Lo teneva stretto come fosse stato una maniglia alla quale aggrapparsi, lo faceva sentire sicuro. Ogni tanto lo prendo e lo stringo anch'io per cercare di trovarlo fra le sue pieghe ancora.
Ma lui aveva vissuto la sua vita. Ale doveva ancora iniziare.
Le case a volte stanno mute, così come l'Universo attorno.
E' il silenzio del vostro amore per lui. Quello parlerà in eterno.
Ogni passaggio lascia un segno indelebile, a volte percettibile, a volte celato.
EliminaChe sia un bene? Che sia un male?
Non saprei .... il ricordo può essere dolce come una carezza ma anche crudele come uno schiaffo.
Via uguro più carezze che schiaffi, ma non posso esservi di nessun aiuto affinchè il mio desiderio si avveri ... se non esservi vicino moralmente ... per quello che puó servire...
... questa mattina Ale ci ha svegliati facendoci il solletico ai piedi... E poi è saltato sul nostro lettone per giocare con noi ... Laura gli ha riempito il bicchiere di Nutella e lui in un istate l'ha mangiata tutta ...siamo poi andati a tuffarci insieme in piscina ... Che divertimento!!!....Una mattina d'estate come tante che rimarrà per sempre nel mio cuore come per sempre rimarrai tu che continui a solleticarmi il cuore ogni istante in cui penso a te!!!...Ciao amico mio sorridente ...Ti voglio bene.
RispondiElimina... questa mattina Ale ci ha svegliati facendoci il solletico ai piedi... E poi è saltato sul nostro lettone per giocare con noi ... Laura gli ha riempito il bicchiere di Nutella e lui in un istate l'ha mangiata tutta ...siamo poi andati a tuffarci insieme in piscina ... Che divertimento!!!....Una mattina d'estate come tante che rimarrà per sempre nel mio cuore come per sempre rimarrai tu che continui a solleticarmi il cuore ogni istante in cui penso a te!!!...Ciao amico mio sorridente ...Ti voglio bene.
RispondiEliminaGrande Azzurro Cielo!
RispondiEliminaMolto bello questo racconto perché è positivo. Molti dei racconti sugli alberi di Natale finiscono male per lui.
Ho letto anche i commenti dopo... sono una nonna fortunata, il nostro cucciolo ha superato tutto e ora sta bene, ma nelle stanze accanto purtroppo a volte la vita si fermava, e tutti piangevamo.
Quei bambini hanno sofferto, ma anche riso e regalato sorrisi, la loro vita è stata breve ma intensa, come un calice di sciroppo denso, perché concentrato. In quel bicchiere hanno assaggiato tutto della vita, felicità, amore, dolore, e ora riposano in pace.
Purtroppo ci sono cose che non si possono scegliere.
Ricordiamoli nei momenti felici.
La vita continua, viviamola come avrebbero dovuto viverla loro, non sprechiamola, loro non sarebbero felici di vedere chi amavano soffrire tanto. Lo so, sono parole al vento, ma chi sa che qualche refolo non arrivi.
Un forte abbraccio a tutti.
Bellissimo!
RispondiEliminaPer tutti dovrebbe esserci un "giardino".
Crediamoci e sarà il giardino più bello del mondo.
Ciao Alessandro
Che bello il tuo racconto di Natale! Ma fa male pensare a quel bambino.
RispondiEliminaCara zia, le tue sono parole uniche, profonde che tagliano il cuore!Il silenzio è ciò che rimane a tutti noi difronte a così tanto dolore, di fronte ad una realtà che nessuno riesce a vivere, ad accettare!Possiamo solo consolarci pensando che il silenzio non è silenzio ma è il nostro Ale, Il nostro Ale sorridente e felice di tutto ciò che lo circonda.Ale felice dello smisurato Amore della sua mamma, del suo papà e della sua sorellina.Ho impressa nella mia mente le foto di Ale avvinghiato a te che a passo veloce percorrevi il corridoio del luogo dove tutto è iniziato per riportare il Tuo Fantastico bambino nella Vostra casa con un fare come se finalmente ti eri ripresa il possesso di ciò che era Tuo per riportarlo al suo posto per allontanarlo da un luogo che non vi apparteneva!Un'ultima cosa voglio dirti e te la dico con cuore sincero di mamma:" sei una madre speciale come poche esistono al mondo!"Sii forte zia Ti voglio bene e ti penso sempre
RispondiEliminaMentre facevo la spesa al supermercato ho ascoltato le parole di una canzone. Parlava di un sorriso bello come il sole, proprio come il tuo! Ho pensato subito a te e ti dedico quelle parole perché voglio ricordarti per sempre cosí..."Con quel sorriso acceso d'amore...come se fosse uscita di colpo lì un' occhiata di sole".
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaPiccolo abete più bello e più splendente porta luce nella tua nuova casa !
RispondiEliminaLeggo, l'emozione mi prende, non posso, sono al lavoro. Chiudo. Non riesco a smettere di pensare a te, mamma, a quello che hai scritto. Riapro il blog, leggo e rileggo perché altro non riesco a fare. Con coraggio tu e papo avete trovato anche la forza di traslocare, per non vanificare i progetti che con Ale avevate fatto ed è con la stessa forza che riuscirete ad andare avanti assieme a Claudia. Ale è in quella luce che illumina la sua nuova stanzetta.
RispondiEliminaVi abbraccio, Ceci
Quando il 15 dicembre di 29 anni fa moriva mia madre mio fratello Marco aveva solo 22 anni.Abbiamo pensato che non ci poteva essere nella vita, un dolore più grande di questo.Siamo sopravvissuti ma non abbiamo più vissuto per tanto tempo! Invece la vita non si è accontentata e ha voluto darci un dolore infinito e devastante per mio fratello Marco Monica,Claudia e tutti noi che amavano Alessandro. Adesso non riesco a trovare una parola che sia giusta per alleviare se anche come un piccolo soffio, l'immensita ' del vostro dolore.il nostro Ale leoncino coraggioso è lassù perché mi hanno detto che le persone speciali non possono stare in questo mondo che di speciale non ha più nulla
RispondiEliminaMa questo non mi consola.Io lo voglio immaginare nella sua nuova cameretta con la mia principessa Claudia,con il suo sorriso e la sua dolcezza e il suo grande amore per Mamma e Papà. TI VOGLIO BENE ALESSANDRO adesso niente e nessuna distanza ci può più separare perché l'amore è nell'anima e l'anima non muore.Aiuta tu Papà Mamma e Claudia a camminare in questa "vita" senza di te.vi voglio tanto bene ZIA MINA
Ti abbraccio in silenzio, "Zia Mina".
EliminaSei stato scelto come il piccolo abete……..troppo bello, troppo tenero, troppo lucente…..
RispondiEliminaC’era bisogno proprio di te per illuminare un mondo che a noi resta ancora oscuro…….
Ma il nostro mondo, il nostro MERAVIGLIOSO mondo ora è rimasto al buio…………..
Ci manchi dolce amore .Zia Laura
Leggo, rileggo, scrivo, cancello, e' durante tutta la giornata di oggi che lo faccio, non riesco a trovare le parole per esprime ciò che penso, ciò che provo nel leggere il dolore, il vuoto che chi ti vuol bene prova...piccolo angelo illumina noi persone normali, noi persone che da qui giù abbiamo bisogno di trovare un senso per questo dolore assurdo, troppo grande e che guardiamo te lì su che brilli come la stella più luminosa che ci sia...la stella che illumina il nostro mondo buio. Illumina il difficile cammino di mamma e papà, ne hanno tanto,tanto bisogno...notte Ale.
RispondiEliminaUn abbraccio Nadia
Anche un racconto,simpatico ed educativo,come questo,aiuta a riconciliarci con un mondo che spesso non crede più alle belle storie.Di sicuro Alessandro lo apprezzerà,nella sua nuova dimensione di luce.
RispondiEliminaBello ciò che scrivi, lo condivido pienamente
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