Guardavo fuori dalla finestra dell'ambulatorio, il cielo era di un azzurro emozionante, mentre l'oncologo mi spiegava i dettagli della chemio che avrei iniziato il giorno successivo... e pensavo a come fosse possibile un cielo di un azzurro simile in una giornata così grigia per me...

martedì 28 ottobre 2014

Là dove è il colore del Futuro...



Ero pronta.
Dopo la malattia che aveva colpito mia madre, una malattia terribile per la quale non esistono cure
e che l'ha tenuta "in vita" in un calvario durato due anni, ero pronta.
Pronta a riprendere in mano la mia Vita.
Non senza sensi di colpa: Mia madre era morta da 15 giorni e io pensavo già a rimettere ordine nella mia quotidianità.
Egoisticamente, ma con un dolore immenso nel cuore perchè avevo perduto un punto di riferimento nella vita, sentivo prepotentemente il bisogno di riprendere la quotidianità della vita di tutti i giorni, della mia famiglia e ritrovarci nella sicurezza delle nostre abitudini.
Avevamo bisogno, tutti,di riprendere a fare progetti per il futuro, cose mica di grande importanza, ci bastava anche solo pensare alle ferie ... e ... caspita,
 il primo anno che l'ufficio dove lavoro avrebbe chiuso per 10 giorni era l'occasione giusta per organizzare una vacanza in montagna per rigenerarci.
Ero barca ritornata in porto pronta a riprendere il viaggio della mia vita.
Ma qualche sera dopo, mentre ero sotto la doccia mi sono soffermata, trattenendo il respiro, 
con la mano su una zona del seno....un.... nodulo?!.....
Ma che scherziamo?!
No, non può essere, non può succedere proprio a me.....
Sono rimasta immobile e incredula, sotto l'acqua della doccia che scorreva sul turbinio
di pensieri che affollavano la mia mente.
Ripassai la mano cautamente sulla zona pensando e sperando di essermi sbagliata, 
pensando che le mie dita non avessero sentito bene....
Ma non era così: era proprio un nodulo piuttosto evidente , 
di dimensioni non proprio piccole, direi.
Passarono i giorni e iniziai il percorso di visite, prelievi 
e tutto quello previsto in questi casi.
Con la conferma del risultato della biopsia si era 
azzerato tutto: il Futuro era diventato solo una parola, 
senza dimensione, senza possibilità di essere quantificato.
Il mio Futuro ora era il "giorno successivo", 
non lo riuscivo a vedere oltre, 
un Futuro talmente corto che non riuscivo più nemmeno
a programmare un'uscita in pezzeria con gli amici.
Niente.
Il Futuro ora sarebbe stato forzatamente
 accantonato dai miei pensieri per un tempo indefinito.   
La Vita, il destino o, come preferivo chiamarla io, la "sfortuna"
mi imponevano una nuova rotta,
dovevo riprogrammare le coordinate del viaggio.

Ero barca ancorata al porto, pronta a salpare, baldanzosa piena di idee
e progetti, carica di speranza per il futuro, e ora tutto sie era azzerato.
E rimanevo barca ferma nel porto senza parlare 
con una profonda ferita nel cuore
e una rabbia incontenibile verso questa parte di me che,
indisturbata, faceva i suoi comodi .
Ma, in fondo, ci speravo ancora, io barca, aspettavo che qualcosa cambiasse per 
prendere il largo e prima o poi riuscire a salpare.
Avevo un cancro.
Iniziai un viaggio in questo mondo nuovo a me finora sconosciuto, 
dove incontro medici-angeli che scelgono le armi con le quali combattere.
E io sì, c'ero.
 Ero pronta anche per iniziare questo percorso.
Mi abbracciai alla mia chemio e iniziai questo cammino in salita.
Avevo la mia famiglia che mi seguiva, sempre, snche se spesso
silenziosamente e anche con preoccupazione,
 più d'un'amica s'è persa per strada
o ha preferito lasciarmi ad affrontare il tutto da sola.
Fiera come un soldato che combatteva una battaglia, 
sempre abbracciata alla mia chemio, andavo avanti
affrontando ogni giorno , un passo dopo l'altro, questo viaggio.

I mesi passavano, passavano le terapie con gli inevitabili effetti collaterali, 
è passato l'intervento, è passata la radioterapia, ma io mi sentivo sempre
barca ancorata al porto: avevo un viaggio da iniziare , 
ma ancora non potevo ripartire , non ero pronta...
Iniziai a sentirmi barca destinata a rimanere ferma lì nel porto
 ancora per chissà quanto, 
non pensavo più a ripartire, non pensavo più di avere una vita da riprendermi, 
non pensavo più che avevo dei sogni, dei progetti.

Ero ferma, cullata dal leggero movimento delle piccole onde del porto.

Vedevo altre barche partire, ma ora preferivo rimanere e lasciarmi cullare,
 preferivo sentirmi al sicuro nel porto saldamente imprigionata dalle
catene del "pensiero del cancro" che nel frattempo si era intrufolato nell'anima 
e che mi teneva legato a sè.
Ma era tempo di iniziare un altro cammino in salita... 
ma quanto saliva questo sentiero? ....
e.... ne avrei mai visto la cima?!
Cosi, con a fianco un altro medico-angelo percorriamo quest'altra salita, 
a volte cado, spesso piango, ma poi mi rialzo e continuo ad andare.
Il percorso è ancora lungo, la meta lontana, ma la parola "FUTURO"
inizia ad affacciarsi timidamente nella mia mente.
Io barca ancorata, inizio a sentire il desiderio di "futuro" e posso 
e voglio iniziare a considerarlo di nuovo parte della mia vita e dei miei pensieri.
E io barca guardo il mare, ora calmo, 
che mi invita a lasciare gli ormeggi, parto lentamente ,
 senza fretta: sono ancora un pò ammaccata dalle 
battaglie dei mesi passati.
Scruto davanti a me il mare aperto, guardo l'orizzonte 
fino a dove gli occhi  possono vedere e fino a dove non 
si riesce a distinguere la linea che separa il mare dal cielo,
ne sono certa: è là che è il Futuro.
E' là che dovrò puntare il timone e dirigermi.
So che dovrò affrontare ancora delle tempeste, 
ma sono pronta:
è ora di iniziare il viaggio per riprendermi la Vita. 

venerdì 24 ottobre 2014

... un leggero e insistente senso di colpa ....





Tempo fa: 
 in ufficio arriva un cliente, è evidente che mi sto curando di un  cancro porto ancora la bandana. Sua sorella è morta 15 gg prima di cancro.
Mentre altre volte mi chiedeva come stavo come andavano le terapie quel giorno avevo l’impressione di dargli fastidio.
Vedevo che lui evitava di guardarmi mentre mi parlava di lavoro o se lo faceva il suo sguardo era comprensibilmente triste , ma a tratti anche severo…..
Probabilmente stava pensando che io sono ancora qui, mentre sua sorella non ce l’ha fatta.

Oggii
: una cliente che passa in ufficio e mi dice che si vede che sto bene…
Ok avrò un pò le guance rosse, dalla finestra mi  batte in faccia  un sole quasi estivo….
ma non replico
in fondo non mi interessa dirle se sto bene o male, a volte riconosco che non ho voglia di giustificare il mio stato di salute...
ma c’è un perchè…
Lei inizia a raccontare di sua cugina che avendo fatto la chemio ha problemi di parola, probabilmente non la recupererà più e allora : io sì che sono stata fortunata , lei poverina era quasi meglio non l’avesse fatta…
Io ho provato a dire che, sì la chemio può crearti dei danni irreversibili, che questi rischi si sanno quando decidi di farla, ma che sai anche che può anche liberarti dal cancro..
ma lei che ribadiva che io sono fortunata...
LO SO . 
Sono stata graziata dalla Vita. 
Non ho fatto nulla per meritarmelo. 
Vorrei che nessuno morisse per cancro, 
ma perchè mi devo sentire un verme solo perchè  non ne sono ancora morta?!
Come faccio a ricominciare a riprendermi la Vita
se c’è sempre qualcuno pronto a farmi sentire in colpa 
per il semplice fatto che sono riuscita a fare tutti i sei mesi di chemio , 
e che questa ha pure funzionato bene riducendo il cancro fino a farlo sparire ,  
che ho fatto un’intervento , che  ho fatto 23 sedute di radioterapia 
che comunque sono state una mazzata non indifferente…???!!!!
OK. 
Sono riuscita a fare e sopportare le terapie previste,
garantisco che non sono state una passeggiata, 
ma le ho fatte e le sto facendo ancora , 
ma forse per questo mi devo sentire in colpa?!
Perchè?!?!?!
Sono terapie difficili anche per me, come per tutti gli altri,
e allora   lasciatemi fare piano piano il mio percorso per riprendermi la Vita,
ecco questo lo voglio fare anche per chi non ce l’ha fatta ...
ma non fatemi sentire in colpa….
….non ti curar di loro, ma guarda e passa …..
come dice la mia amica Silvia

domenica 19 ottobre 2014

... una domenica pomeriggio di normale quotidianità .....



Oggi pomeriggio i maschi di casa hanno  deciso che ,
dopo mesi durante i quali la tv si comporta da anarchica, cambiando i canali, 
mettendosi in altre modalità, incurante del telecomando e dei comandi manuali, 
è arrivato il momento di andare ad acquistarne un’altra.
Bene.
Io sto a casa andate voi
Macchè....
Hanno insistito perchè andassi anche io
OK.
Siamo tornati con la TV nuova e tecnologica
e
  per un paio di ore sono stata in un centro commerciale assaporando momenti di normale quotidianità…
vedere tutta questa gente che vive la propria giornata
normalmente come se fosse normale e così è lo so,
ma non per me 
perchè 
quello che sto scrivendo

forse sembra senza un senso
ma io mi sento ancora un pò estranea alla quotidianità della Vita, 

in un blog ho letto un brano molto bello, che in parte rispecchia il mio momento attuale::

Respirare la vita a piccole dosi , quel poco che si riesce a reggere.

E io l’ho interpretato così.
Perchè se finora ho sempre vissuto con “o tutto , o niente”,
ora mi rendo conto che in realtà   ho bisogno di fare piccoli passi,
imparare ad “assaporare” a piccole dosi, 
anche nella banale quotidianità di un pomeriggio in un centro commerciale 
perchè la domanda che mi martella è “che senso ha tutto questo?”

.
Annamaria

venerdì 10 ottobre 2014

... gli angeli del DayHospital ....


                                                                             



Lo sapevate che talvolta nei  DayHospital ci sono gli angeli?!

Io li ho trovati all'irst a Meldola 
dove da agosto 2013 vado per 
le terapie per combattere il mio cancro.

Sono vestiti di azzurro e  bianco 
non hanno ali nella schiena
ma ai piedi sicuramente sì, 

Hanno capelli biondi, castani , bruni
hanno occhi chiari, occhi scuri  
e tutti
hanno sempre un sorriso 
col quale ti accolgono, 
 sempre un  sorriso
quando si prendono cura di te
armeggiando con flebo e boccette.

Hanno uno sguardo attento
ed aspettano un attimo prima di 
far partire la pompa
se vedono che hai gli occhi lucidi.

Ti prendono la mano
se leggono nei tuoi occhi lo smarrimento
della prima volta

Ti chiamano per nome
perchè non ti senta  
uno dei tanti
ma perchè sanno che  sei  proprio tu , 
col tuo nome, 
che hai  una tua identità
che spesso il cancro annebbia 

Guardo le loro mani muoversi sicure fra 
tubicini , garze , picc  e tanto altro
e penso a quelle loro mani di angelo
che finito il loro turno
poi a casa accarezzano il loro bimbo
il loro uomo, preparano la cena, 
stirano i panni, puliscono casa, 
lasciandosi alle spalle tutta la sofferenza
il dolore che vedono ogni giorno.

E ogni giorno ritornano ad essere 
angeli
i nostri angeli che ritroviamo
con piacere 
ad ogni terapia
Grazie
  


giovedì 9 ottobre 2014

.... promossa ! .....




                                                           


Al controllo di oggi il cardiologo mi ha promosso:
si continua quindi con l' Herceptyn.
Anche se, l'ecodoppler per la trombosi al
braccio è andato bene
per evitare una recidiva 
( e qui apro una parentesi perchè fino ad un anno fa 
manco sapevo cosa fosse una recidiva ),
comunque 
per evitarla
si continua con la puntura  giornaliera 
di eparina.
Per ora quindi tutto OK.
E domani vado all'irst per la terapia 

....
Ricordo la prima volta che sono stata
dal cardiologo , a fine agosto 2013, 
prima di iniziare la chemioterapia, 
prima dell'oncologo il dott. R.
c'era la visita cardiologica .
A me , andare dal cardiologo,  agita, 
sapere che devo essere rilassata 
mi agita ancora di più.
Alla prima visita , ovviamente , 
ero nervosa perchè avevo paura di non essere 
idonea per iniziare la chemio 
e io ero impaziente di iniziare a 
combattere il mio cancro....
Il cardiologo, il dott. A. vedendo che
avevo gli occhi lucidi
mi ha detto una frase che mi ha tenuto compagnia per tutti
i mesi delle terapie e anche ora.
Mi ha guardato dritto negli occhi e mi ha detto 
di stare tranquilla perchè lì ero nel posto giusto, 
lì si sarebbero presi cura di me.
.....
Sembra banale, ma una frase come quella
detta da un medico
in un momento in cui tutto il mondo mi era crollato addosso
è stata come una carezza al cuore...
E mi ritengo fortunata ad avere incontrato medici
competenti e attenti all'aspetto umano della malattia...

martedì 7 ottobre 2014

..... scrivere ..... e.... paura





Ho iniziato a scrivere 
partecipando al laboratorio di scrittura espressiva 
all'irst di Meldola
vedi post qui
 E da allora non ho più smesso, 
 Ho in borsa un quaderno dove  annotare
qualche pensiero che poi mi sfuggirebbe, 
a casa uso google drive.
Scrivere mi fa stare bene.
E voglio fare le cose che più mi fanno stare bene.

Scrivere mi aiuta a non vedere sempre e solo:
Annamaria=cancro
ma
Annamaria  e poi c'è il cancro
e
col tempo
riuscirò spero   poter dire:
Annamaria e poi c'è stato il cancro.....
........
So che ci vorrà del tempo ...
e mi ripeto come un mantra quotidiano
la frase che mi ha detto forse in molte occasioni
qualche decina 
di volte
il dott.S del DH 
"devi darti del tempo"
"datti del tempo"
ma 
la Grande Paura è sempre pronta in agguato
e allora 
ho paura di non avere tempo ...
Così scrivo per cercare di allontanarla...

Giovedì controllo dal cardiologo , ecocardio per terapia e ecodoppler per la trombosi
dita incrociate 

Annamaria


venerdì 3 ottobre 2014

...il mio grillo parlante







Prima parte:  settimana scorsa
Ogni sera devo fare la puntura di clexane e, 
un pò perchè mi fa impressione fare le punture anche se su me stessa, 
un pò per rendere partecipe mio marito
che , per proteggerlo, l'ho escluso come e per quanto ho potuto
dalla mia malattia, 
un pò perchè la mattina in cui siamo corsi all'irst per la trombosi al braccio
la prima puntura me l'ha fatta lui guidato dall'infermiera...
Per tutti questi motivi è mio marito che mi fa 'ste benedette punture nella pancia.
E, dal 15 luglio, prima due al giorno e poi una al giorno
non sono poche.
Non mi lamento , va bene così, c'è di peggio e lo so bene, però siamo umani
e un pò di avvilimento ogni tanto posso concedermelo, no?!
Comunque fatta 'sta puntura ho avuto uno scatto di rabbia:
"mi hai fatto un male tremendo! Possibile che tu non abbia ancora imparato dopo un centinaio di punture che mi hai fatto?"
Lo so era esagerato il mio scatto, ma sono anche un pò.... molto stanca...
Ma mio marito imperturbabile come sempre e tranquillo
 che non lo smuove neppure un elefante in corsa  
"Io l'ho fatta come sempre, forse sei tu che sei stanca di farle"
Uffaaaaaaa
Ha ragione, io sono quella impulsiva , che scatto e mi arrabbio nel giro 
di un nano secondo, ma lui è esattamente il contrario.
E' paziente, riflette prima di parlare, insomma ci completiamo, in fondo( domani è il nostro anniversario di matrimonio)  sono 22 anni che siamo assieme, mica due giorni...
Me ne stavo a letto, un pò arrabbiata e corrucciata 
quando è arrivato mio figlio con un paio di slip originariamente bianchi ma 
usciti dalla lavatrice con una leggera ombratura rosa...
In questo periodo mi sento "stanca" e non riesco ad occuparmi dei miei figli 
coime prima e come vorrei, non riesco ad occuparmi neppure della casa, 
al lavoro annaspo per rimanere al passo...
Tutto mi pesa ....e quindi è mio marito che si occupa di quello che non faccio io,,.
"Mamma il caffè che fa papà sembra catrame, 
la biancheria è rosa...tuuto va a rotoli
mamma quand'è che torni come prima?"

Ecco lui è il mio grillo parlante

Mi ha fatto riflettere e ci rifletto anche ora....
E' un discorso lungo , ci penserò domani.